Difendere l'istituzione, ma anche garantire un futuro didattico
SIENA. Da Alleanza per l’Italia di Siena riceviamo e pubblichiamo.
“Durante queste ultime e forse decisive settimane per la vita dell’Università di Siena, abbiamo udito molte cose condivisibili, soprattutto da parte dei lavoratori e degli studenti. Ci sembra però che venga eluso un problema di fondo: il rapporto quantità-qualità per il futuro del nostro Ateneo. Esso ha costruito la propria storia e il proprio prestigio internazionale rimanendo per secoli una piccola realtà. Fino agli anni ’70. Poi la crescita, giusta in quella fase storica, che per un lungo tratto è proceduta in armonia con l’ulteriore innalzamento degli standard didattici e scientifici. A un certo punto, negli ultimi anni, questa armonia si è rotta e l’Università di Siena ha cominciato a “declinare crescendo”, come recitava una vecchio slogan sindacale. Quelle che a lungo erano state aree di eccellenza, ad esempio in campo economico o medico, hanno visto appannare il proprio prestigio. L’Ateneo cresceva: nuove facoltà, corsi, numerose sedi distaccate. . . Ma non crescevano altrettanto la sua qualità didattica e il suo prestigio scientifico.
Sappiamo che queste sono cose molto spiacevoli da dire e da ascoltare. Ma questa istituzione che ora va a battere cassa a Roma, sapendo che da Roma non potranno mai arrivare interventi realmente risolutivi, deve essere consapevole che i conti con la “elefantiasi” che l’ha dominata per un ventennio non sono più rinviabili.
Qualche ramo, secco o anche verde, andrà tagliato per evitare che tutta la pianta rovini. Innanzitutto oggi bisogna pensare a difendere l’Istituzione Università di Siena, a tenerla in vita, a garantire un futuro didattico ai suoi studenti e la sicurezza del posto di lavoro per le migliaia di persone che ne dipendono. Primum vivere…”