E' la richiesta del candidato sindaco Franco Ceccuzzi
SIENA. “Sono vicino ai sessantadue dipendenti della cooperativa ‘Solidarietà’ che temono per il loro futuro a causa del taglio annunciato sulla commessa da parte dell’Università degli Studi di Siena. La situazione è molto difficile, ma non li lasceremo soli, facendo tutto il possibile per trovare una soluzione che salvaguardi i livelli occupazionali e il prezioso ruolo sociale che la cooperativa svolge”. Questo il commento di Franco Ceccuzzi, candidato a sindaco di Siena alle primarie del centrosinistra, che nei giorni scorsi ha incontrato i soci, i dipendenti e gli amministratori della cooperativa, nell’ambito degli incontri che sta svolgendo con le realtà imprenditoriali della città.
“La cooperativa ‘Solidarietà’ – afferma Ceccuzzi – opera da molti anni in vari settori, soprattutto per il reinserimento di soggetti svantaggiati, in particolar modo donne e giovani. La decisione dell’ateneo senese di tagliare del 75 per cento la commessa rispetto ai servizi svolti è un colpo durissimo che ipoteca la possibilità di salvaguardare i sessantadue dipendenti, nove dei quali rientrano nella categoria di ‘soggetti svantaggiati’. E’ del tutto evidente che, se vogliamo tutelare i livelli occupazionali e garantire la continuità del lavoro, anche per l’importanza sociale che riveste, è necessario trovare una soluzione diversa da quella sin qui prospettata ad oggi dall’Università. Ci appelliamo, per questo, al Rettore, al direttore amministrativo ed a tutto il consiglio di amministrazione affinché si impegnino a trovare un accordo con la cooperativa Solidarietà. E’ importante, al contempo, che prosegua anche l’interessamento dell’amministrazione provinciale, che in questi mesi non è mai venuto meno, e ci sentiamo di chiamare in causa anche la Regione Toscana, che sostiene il piano di risanamento dell’Università. L’obiettivo primario deve essere quello di mantenere i posti di lavoro, ricordando, inoltre, che i soggetti svantaggiati dovrebbero essere comunque accolti da altre strutture pubbliche e quindi è preferibile avviare un percorso di stabilizzazione”.
“La vicenda della cooperativa ‘Solidarietà’ – conclude Ceccuzzi – deve essere inserita, comunque, nella cornice del piano di risanamento dell’Università di Siena e dell’impegno per il suo rilancio. I sessantadue dipendenti, infatti, al pari di quelli delle altre cooperative sociali, del personale tecnico amministrativo, dei precari e dei collaboratori linguistici stanno pagando le conseguenze più gravi della crisi dell’ateneo. Una crisi che, quando il Comune potrà nuovamente contare su un sindaco ed organi eletti dai cittadini, potrà essere riaffrontata anche a partire dal lavoro del coordinamento inter istituzionale, che dovrà tornare a confrontarsi per valutare a che punto è il piano di risanamento ed affrontare questioni decisive, come quella relativa al pagamento del salario accessorio”.
“La cooperativa ‘Solidarietà’ – afferma Ceccuzzi – opera da molti anni in vari settori, soprattutto per il reinserimento di soggetti svantaggiati, in particolar modo donne e giovani. La decisione dell’ateneo senese di tagliare del 75 per cento la commessa rispetto ai servizi svolti è un colpo durissimo che ipoteca la possibilità di salvaguardare i sessantadue dipendenti, nove dei quali rientrano nella categoria di ‘soggetti svantaggiati’. E’ del tutto evidente che, se vogliamo tutelare i livelli occupazionali e garantire la continuità del lavoro, anche per l’importanza sociale che riveste, è necessario trovare una soluzione diversa da quella sin qui prospettata ad oggi dall’Università. Ci appelliamo, per questo, al Rettore, al direttore amministrativo ed a tutto il consiglio di amministrazione affinché si impegnino a trovare un accordo con la cooperativa Solidarietà. E’ importante, al contempo, che prosegua anche l’interessamento dell’amministrazione provinciale, che in questi mesi non è mai venuto meno, e ci sentiamo di chiamare in causa anche la Regione Toscana, che sostiene il piano di risanamento dell’Università. L’obiettivo primario deve essere quello di mantenere i posti di lavoro, ricordando, inoltre, che i soggetti svantaggiati dovrebbero essere comunque accolti da altre strutture pubbliche e quindi è preferibile avviare un percorso di stabilizzazione”.
“La vicenda della cooperativa ‘Solidarietà’ – conclude Ceccuzzi – deve essere inserita, comunque, nella cornice del piano di risanamento dell’Università di Siena e dell’impegno per il suo rilancio. I sessantadue dipendenti, infatti, al pari di quelli delle altre cooperative sociali, del personale tecnico amministrativo, dei precari e dei collaboratori linguistici stanno pagando le conseguenze più gravi della crisi dell’ateneo. Una crisi che, quando il Comune potrà nuovamente contare su un sindaco ed organi eletti dai cittadini, potrà essere riaffrontata anche a partire dal lavoro del coordinamento inter istituzionale, che dovrà tornare a confrontarsi per valutare a che punto è il piano di risanamento ed affrontare questioni decisive, come quella relativa al pagamento del salario accessorio”.