Promettono una politica "del fare", poco accondiscendente e molto battagliera
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di Giacomo Zanibelli
SIENA. Mercoledì 8 febbraio. La corrente di Michelotti, Camastra, Cavini, Mori e Tucci si presenta in vista del congresso provinciale del PDL che si terrà a Bettole il prossimo 11 febbraio.
Assieme ai nomi di spicco erano presenti anche i militanti del PDL senese che hanno deciso di seguire Francesco Michelotti in questo percorso. Da subito hanno voluto evidenziare che il loro obiettivo è quello di scardinare il sistema Siena e che questo è possibile solo rinnovando completamente la classe dirigente del PDL locale.
Cavini in apertura ha voluto “pungere” Marignani ripercorrendone ai presenti tutta la carriera politica fino agli ultimi traguardi: “Marignani è stato nominato in Regione, il seggio non l’ha guadagnato con i voti”.
Marignani in realtà era il primo nella lista e non era presente nel listino regionale sicuro, come alcuni politici senesi di altre appartenenze politiche, per rigor di cronaca è bene precisare che anche Michelotti, Mori e Camastra sono stati eletti su collegi bloccati, mentre Enrico Tucci è stato eletto con il sistema delle preferenze.
Siamo sempre al problema delle preferenze, tanto temute dalla politica (bipartisan) che spesso preferisce nascondersi dietro il proprio simbolo di appartenenza.
Nonostante questa precisazione, doverosa per i lettori, preme precisare che la spaccatura interna al PdL è forte tanto che gli esponenti hanno chiesto che il congresso venga trasmesso anche in TV.
Massimo Mori, Consigliere Provinciale, ha voluto concentrarsi sui contenuti e sulle motivazioni che lo hanno spinto a fare questa scelta, evidenziando come lui sia un uomo del fare e non dell’immobilismo. Anche Tucci per rispondere alle critiche della controparte ha sottolineato che lui era passato da FI ad AN perché i dirigenti forzisti non lo avevano candidato alle elezioni comunali. Il primo degli eletti del PDL a Siena ha anche detto che c’è necessità di un opposizione vera al Comune di Siena. Nei corridoi della politica senese si vocifera che Tucci potrebbe essere lo sfidante di Pietro Staderini alla guida del PDL cittadino. Fabrizio Camastra ha tenuto a precisare che è giusto puntare sul nuovo mentre Marignani è espressione di una classe politica che ha fatto il suo corso.
Nel corso della discussione è stato possibile anche parlare del ruolo degli universitari. Proprio su quest’ultimi è in corso una diatriba sul loro tesseramento e sul loro diritto di voto al congresso; su questo punto Pelosi ha tenuto a ribadire che Marignani non ha saputo gestire il partito e che anche in campagna elettorale gli studenti universitari sono stati determinanti. L
’altro problema caldo è sicuramente la sede congressuale perché Michelotti, forte in Val d’Elsa e nelle aule universitarie senesi, vorrebbe spostare l’assise in un luogo a lui più favorevole strategicamente.
Sicuramente con l’avvicinarsi del congresso salgono le palpitazioni ed anche le preoccupazioni.
Il popolo del PDL adesso si trova davanti ad un bivio epocale per la storia di questa formazione a Siena: continuare a dare fiducia a chi, come Marignani, ha fondato e radicato il PDL in tutto il territorio senese riscuotendo anche alcuni successi elettorali come la storica elezione di un consigliere regionale, oppure decidere di cambiare radicalmente ed affidarsi a Michelotti, Cavini, Camastra, Mori e Tucci che promettono una opposizione battagliera. Non resta che aspettare e vedere cosa succederà a Bettolle, perché quello che decideranno i piddiellini senesi interessa molto anche i democratici locali, da tempo abituati alla politica del “vincere facile”.