Scuola e lavoro: un intenso dibattitto
SIENA. Le iniziative su Job act promosse dal Partito democratico senese sono l’inizio di un percorso e di un confronto per costruire un clima e rendere possibili approfondimenti, al fine di ampliare condivisibilita’ rispetto alle scelte che si matureranno concretamente nella fase successiva dei decreti delegati.
Come PD cittadino riteniamo che la prima risposta da dare nell’analisi di questo nuovo disegno di legge sia se lo stesso risponda davvero alla situazione di emergenza del Paese e alla sua crisi non solo economica, ma antropologica: e su questo c’è una sostanziale condivisione con i livelli regionali e nazionali; oltretutto, i decreti delegati potranno accogliere quei correttivi che matureranno dal dibattito pubblico, che deve mantenersi aperto a tutti i cittadini e alle parti sociali.
In questo senso, temi sensibili che ancora debbono essere chiariti sono quello dell’agenzia unica di formazione, del prospettato taglio ai patronati, di una de-tassazione che facilti davvero la creazione di nuovi posti di lavoro. Per garantire questi ultimi, però, non basta la modifica delle regole del mercato del lavoro, lo snellimento della burocrazia e la speditezza della giustizia: per maggiori investimenti esterni e interni, utili ad aumentare la domanda e ridurre il risparmio a favore di investimenti, occorre anche una politica di programmazione industriale e di promozione del nostro paese che compete al pubblico, che non può nascondersi dietro il privato ma deve interagire con esso, conservando la propria responsabilità di programmazione e controllo.
Da valorizzare nella futura normativa anche tre ulteriori aspetti. In primis la valorizzazione dei mercati ecologici, che nel 2013-14 sono stati protagonisti nella creazione di nuovi posti di lavoro. La qualificazione dell’internazionalizzazione dei prodotti made in Italy affinché incontrino sempre minori barriere all’entrata in mercati allettanti quali, ad esempio, Cina e India, due nazioni che da sole mettono insieme un mercato potenziale di oltre 2 miliardi e 800mila persone. Infine, l’adeguamento di infrastrutture di mobilità all’altezza dei tempi e delle aspirazioni delle nuove generazioni, da collocare in una visione strategica come minimo di area vasta o su scala addirittura inter-regionale, rinunciando a inseguire sogni di grandeur amministrativa che troppo spesso nel passato hanno contributo a creare cattedrali nel deserto, e perseguendo piuttosto il bene comune di un intero territorio e delle persone che vi abitano.
Il vero limite da superare è quello che nel dualismo tra scarsa propensione al rischio di impresa e la storica diffidenza nel privato da parte anche della storica cultura riformista si determini una posizione di stallo: dobbiamo invece avere il coraggio della sintesi, per innovare relazioni tra società e mercato che abbiano nel senso di responsabilità dei differenti ruoli la serietà di recuperare la fiducia sociale nel valore degli uomini e dell’economia reale, senza la quale non c’è orgoglio nazionale e capacità reputazionale del Paese. Le diverse riforme in campo hanno la scommessa di costruire un nuovo patto di cittadinanza per l’innovazione.
PD Siena