Sul piano politico, nella maggioranza sono state ristabilite le gerarchie, scrive Falorni di Impegno per Siena
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SIENA. Il PD e i suoi docili alleati si sono esibiti nel difficile esercizio di bocciare la mozione sugli appalti pubblici per ridefinire il sistema delle offerte al massimo ribasso, presentata da Ernesto Campanini e sostenuta compattamente da tutta l’opposizione. Il PD è riuscito a votare contro anche alla posizione presa dai piddini stessi a Bologna, cose che solo a Siena possono accadere. Stiamo parlando della mozione per la quale, nella seduta consiliare scorsa, la maggioranza provò a far mancare il numero legale, senza nemmeno riuscirci, cosicché l’opposizione andò in prefettura, e poi il presidente del consiglio comunale è stato costretto a rimangiarsi la sua decisione. Sul piano politico, nella maggioranza sono state ristabilite le gerarchie. Infatti, la volta scorsa il patatrac fu provocato soprattutto dalla totale assenza dei cinque consiglieri di Siena Attiva. E stavolta, per “punizione”, l’unico intervento della maggioranza, per bocciare il testo, è toccato farlo proprio a Pasqualino Cappelli, consigliere di Siena Attiva. Sono messaggi precisi, che chi sta fuori dal palazzo difficilmente può capire, ma che la dicono lunga sull’affidabilità, non solo del PD, ma anche di chiunque si allei o interloquisca con il PD.
Sul piano del merito, in aula ho pronunciato la seguente dichiarazione di voto: “Voterò a favore di questa mozione presentata dal collega Ernesto Campanini, anche perché nella sostanza riprende una mia vecchia battaglia, introdotta in quest’aula circa 15 anni fa, dal sottoscritto e dall’allora collega consigliere Massimo Fabio, nell’intento di superare, già allora, l’assegnazione degli appalti pubblici basata sul massimo ribasso. Allora, ed a maggior ragione oggi, è chiaro che le nuove leggi in materia che avevano preso le mosse sull’onda dell’emozione collettiva provocata da tangentopoli costituivano una legislazione d’urgenza, o straordinaria, che stava provocando solo danni. Per assegnare gli appalti pubblici bisogna anche, ma non solo, guardare al costo delle opere, ma bisogna introdurre pure dei parametri relativi alla qualità dei lavori che devono essere eseguiti e alla sicurezza delle maestranze. Senza questi parametri si fanno solo disastri, e la quotidianità ce lo conferma. La mia iniziativa consiliare di circa quindici anni fa produsse il risultato di una concordanza generale sulla proposta di interessare l’Anci per un superamento della legislazione sul massimo ribasso. Naturalmente furono date assicurazioni in tal senso, ma dopo quindici anni siamo ancora al caro babbo. Quindi ben venga l’iniziativa di Campanini per smuovere le acque su un tema che ne ha quanto mai bisogno”.
Marco Falorni (IPS)