"Non serve perdersi in inutili polemiche", dicono Carta e cenni
“Rinnoviamo la nostra solidarietà ai dipendenti della Rimor – continua Carta – ma sappiamo che non basta. Certo non sono utili gli attacchi da parte dell’opposizione sulla linea seguita finora, su un percorso che aveva tutte le intenzioni di tutelare un settore che, come testimoniano le commesse provenienti dal mercato estero, per un fatturato che si potrebbe aggirare tra i 18 e i 20 milioni di euro, ha tutte le potenzialità per resistere a questo periodo di crisi e per rilanciarsi in periodi migliori. Adesso il nodo fondamentale da sciogliere riguarda il blocco dei finanziamenti da parte delle banche, che non consentono all’azienda di portare avanti il lavoro commissionato portandola così a una consistente perdita di guadagno. Abbiamo piena fiducia nelle istituzioni, di cui abbiamo apprezzato il tempestivo impegno dimostrato in questi giorni. Ci auguriamo che con l’incontro di oggi in Regione possano essere tracciate le linee guida necessarie per affrontare la questione e trovare una soluzione che possa salvaguardare le sorti di un settore importante per la Valdelsa e a livello nazionale”.
“Non è il momento per fomentare discussioni inutili – aggiunge Susanna Cenni, parlamentare del Partito democratico che in passato si è occupata della situazione del comparto camperistico – Le soluzioni non si cercano con le parole e con gli attacchi verbali, ma con i fatti. Abbiamo più volte sottolineato le potenzialità del settore camperistico, che ha in Valdelsa un bacino produttivo di grande importanza. La situazione che sta attraversando la Rimor non è data esclusivamente dalla crisi economica, che c’è in moltissimi settori, ma è aggravata ulteriormente dalle difficoltà che l’azienda sta riscontrando per l’accesso al credito. Il nostro impegno, ognuno nel suo ambito di appartenenza, deve quindi essere rivolto a risolvere questa situazione di empasse, per dare modo a un’impresa che ha dimostrato e dimostra di avere ancora spazio sul mercato, di poter continuare a produrre mantenendo i livelli occupazionali e tutelando le professionalità che ne hanno sempre contraddistinto la produzione”.