SIENA. “Esprimiamo grande preoccupazione per una legge finanziaria debole e inadeguata ad affrontare il contesto di crisi e che colpisce duramente anche la provincia di Siena”. Lo affermano Barbara Riccarelli e Alberto Taccioli, rispettivamente responsabile provinciale del Pd per i rapporti istituzionali e coordinatore del dipartimento istituzioni, intervenendo in merito alla manovra economica in discussione, in questi giorni, in Parlamento.
“Le decisioni assunte dal governo sulla finanziaria – affermano Taccioli e Riccarelli – sono gravi nel metodo, ma anche nel merito. Davanti alla crescenti divisioni interne e alle oggettive difficoltà di dare risposte adeguate ai problemi del paese, il centrodestra è stato costretto a blindare il testo attraverso un maxiemendamento teso a bloccare ogni possibile collaborazione con le minoranze. Mentre si accusa il Pd sulla stampa di evitare il confronto, il nostro partito viene impossibilitato a dare un contributo sulle tematiche riguardanti il lavoro, l’occupazione, i redditi, gli investimenti dei comuni, le piccole e medie imprese. La finanziaria pare più un’alchimia, frutto delle logiche di potere interne alla compagine berlusconiana che un tentativo di dare risposte ai bisogni dei rediti medio bassi, delle imprese e delle zone deboli”.
“Il dato più preoccupante – sottolineano Taccioli e Riccarelli – per la Provincia di Siena riguarda il taglio di 10 milioni di euro, previsto per gli enti locali e in particolar modo per i piccoli comuni e le comunità montane. Un intervento che va contro il principio di pari opportunità tra territori e che avrà effetti devastanti per la nostra provincia, dove 16 comuni su 36 sono ‘piccoli’ e dove la Comunità Montana Amiata Val d’Orcia perderà molte risorse ed agevolazioni necessarie per garantire servizi essenziali ai cittadini”.
“Tra i tagli previsti – proseguono Taccioli e Riccarelli – c’è anche quello di 100 milioni di euro al fondo per la non autosufficienza e la riduzione per gli anni 2010, 2011 e 2012 di 1, 5 e 7 milioni di euro per le provincie e ben 12, 86, 118 milioni di euro per i comuni in maniera proporzionale alla popolazione residente. Rientra nella riduzione del contributo ordinario agli enti locali, inoltre, anche quella del 20 per cento dei consiglieri comunali e degli assessori provinciali. Una misura che non sarà applicabile in quei comuni che hanno appena votato, a Siena sono 30 su 36, e che mantiene inalterato il numero dei parlamentari, dei consiglieri regionali, delle consulenze ministeriali. Si cerca, così, di far passare come ‘taglio di poltrone’ la diminuzione dei consiglieri, i quali riscuotono circa 18 euro a seduta, per mascherare l’incapacità di contenere gli sprechi reali della politica. Nel frattempo però, il centrodestra destina ben 600 milioni di euro per risanare il deficit di bilancio del comune di Roma e 470 milioni di euro per il ponte sullo stretto. La strategia politica del Governo, a questo proposito, è chiara: affamare le Amministrazioni locali per farle apparire, agli occhi dei cittadini, come responsabili della forzata diminuzione dei servizi”.
“Le decisioni assunte dal governo sulla finanziaria – affermano Taccioli e Riccarelli – sono gravi nel metodo, ma anche nel merito. Davanti alla crescenti divisioni interne e alle oggettive difficoltà di dare risposte adeguate ai problemi del paese, il centrodestra è stato costretto a blindare il testo attraverso un maxiemendamento teso a bloccare ogni possibile collaborazione con le minoranze. Mentre si accusa il Pd sulla stampa di evitare il confronto, il nostro partito viene impossibilitato a dare un contributo sulle tematiche riguardanti il lavoro, l’occupazione, i redditi, gli investimenti dei comuni, le piccole e medie imprese. La finanziaria pare più un’alchimia, frutto delle logiche di potere interne alla compagine berlusconiana che un tentativo di dare risposte ai bisogni dei rediti medio bassi, delle imprese e delle zone deboli”.
“Il dato più preoccupante – sottolineano Taccioli e Riccarelli – per la Provincia di Siena riguarda il taglio di 10 milioni di euro, previsto per gli enti locali e in particolar modo per i piccoli comuni e le comunità montane. Un intervento che va contro il principio di pari opportunità tra territori e che avrà effetti devastanti per la nostra provincia, dove 16 comuni su 36 sono ‘piccoli’ e dove la Comunità Montana Amiata Val d’Orcia perderà molte risorse ed agevolazioni necessarie per garantire servizi essenziali ai cittadini”.
“Tra i tagli previsti – proseguono Taccioli e Riccarelli – c’è anche quello di 100 milioni di euro al fondo per la non autosufficienza e la riduzione per gli anni 2010, 2011 e 2012 di 1, 5 e 7 milioni di euro per le provincie e ben 12, 86, 118 milioni di euro per i comuni in maniera proporzionale alla popolazione residente. Rientra nella riduzione del contributo ordinario agli enti locali, inoltre, anche quella del 20 per cento dei consiglieri comunali e degli assessori provinciali. Una misura che non sarà applicabile in quei comuni che hanno appena votato, a Siena sono 30 su 36, e che mantiene inalterato il numero dei parlamentari, dei consiglieri regionali, delle consulenze ministeriali. Si cerca, così, di far passare come ‘taglio di poltrone’ la diminuzione dei consiglieri, i quali riscuotono circa 18 euro a seduta, per mascherare l’incapacità di contenere gli sprechi reali della politica. Nel frattempo però, il centrodestra destina ben 600 milioni di euro per risanare il deficit di bilancio del comune di Roma e 470 milioni di euro per il ponte sullo stretto. La strategia politica del Governo, a questo proposito, è chiara: affamare le Amministrazioni locali per farle apparire, agli occhi dei cittadini, come responsabili della forzata diminuzione dei servizi”.