Conferenza programmatica del partito
SIENA. Per rispettare l’impegno di presentare una prima sintesi di contributi costruttivi la conferenza
programmatica del Partito Democratico della Città si è svolta in estate, e in particolare a cavallo tra luglio ed agosto, periodo in cui l’attenzione di tutti, almeno a Siena, è giustificatamente distratta – e vorremmo vedere che non fosse così – dal Palio, o dalle ferie. Come spesso nelle iniziative che coinvolgono tante persone, la modalità di partecipazione avrebbe potuto sperimentare nuove forme e soluzioni per attrarre e stimolare la adesione, che sono solo rimandate a occasioni future. Pur tuttavia, rispetto ai limiti, il Buono della Conferenza Programmatica senese è però più del “Brutto”.
Intanto ci sono di Buono, anzi buonissimo, gli sforzi fatti con poche risorse dal Partito Democratico cittadino per la realizzazione della conferenza: da chi nella segreteria del PD ha organizzato il calendario della conferenza, ai segretari dei circoli che hanno ospitato e coordinato gli incontri, agli iscritti che hanno partecipato e fatto partecipare, oltre ad aver contribuito con l’ascolto, con una riflessione o con un intervento.
Poi c’è di Buono che la conferenza programmatica del PD è fin qui l’unica proposta di partecipazione, dal basso, alle tematiche di progettazione della città futura. Non risulta che negli ultimi due anni altre forze politiche abbiano avviato analoghi percorsi di discussione e confronto con i cittadini su temi quali la mobilità, l’urbanistica, lo sviluppo economico, tutti argomenti meno orecchiabili di altri (come cultura, turismo, innovazione), ma che costituisco il pane quotidiano della buona amministrazione.
La seconda è che dalla conferenza programmatica è nato un documento finale, intitolato “Per una Siena
che possiamo”, che in 5 pagine, pragmatiche fino all’estremo, sintetizza i contributi dei 9 incontri
dell’Unione Comunale del PD senese sulla città che vogliamo e che possiamo realizzare; una sintesi che
rappresenta ad oggi uno dei pochi stimoli all’aggiornamento del “programma di mandato” dell’attuale
amministrazione comunale.
Infine, c’è di Buono che nel documento di sintesi “Per una Siena che possiamo”, la fatica di inserire i
problemi della città e le possibili soluzioni, in una visione d’insieme, per immaginare il prossimo assetto del territorio, insieme con il suo sviluppo a medio e lungo termine, in una logica di rafforzamento ed
espansione del patrimonio sociale condiviso.
Perché da tutto quanto di Buono seminato non nasca niente, o peggio germogli erba cattiva, indifferente
agli sforzi della politica, rimane solo una possibilità: quella di fare tesoro delle esperienze e delle proposte, compresa l’Amministrazione, e mettersi al lavoro fin da subito per scrivere un futuro migliore.
L’esecutivo del Pd cittadino Senese