POGGIBONSI. “Il Partito di Rifondazione-Comunisti Italiani talvolta sembra cadere vittima di un esasperato ideologismo che finisce per tradursi in facili slogan e semplificazione della realtà. Non basta dire che l'acqua è un bene pubblico per risolvere la questione; non basta mettere la sigla 'pubblico' sul gestore per avere acqua potabile per tutti alle cannelle delle nostre abitazioni”.
Il Partito Democratico interviene nel merito dell'ordine del giorno sull'acqua come risorsa pubblica presentato da Rci nell'ultimo Consiglio Comunale, non approvato con voto contrario anche del PD.
“Abbiamo votato no perché il documento presentato nascondeva i veri problemi in merito alla questione. Il nostro Partito – dice il PD – sono mesi che svolge nelle aule Parlamentari un azione di contrasto a tali norme sui servizi pubblici locali con gli strumenti che le legge riconosce; tale azione ha permesso di far approvare un emendamento, che limita i danni, al provvedimento del Governo per la privatizzazione del servizio idrico integrato a partire dal 2011, che riconosce che l’acqua è di proprietà pubblica”.
“Tale provvedimento – continua il PD – non trova giustificazione nella legislazione europea. Altri Paesi stanno facendo scelte diverse e accompagnano le dichiarazioni e i riconoscimenti dell’accesso all’acqua come diritto universale a politiche di investimento lungimiranti per assicurare acqua potabile non solo ai cittadini di oggi ma anche alle future generazioni. Il ciclo delle acque è costoso: la costruzione della rete, la manutenzione, l'approvvigionamento, la potabilizzazione, la depurazione. Noi sosteniamo che gli investimenti necessari devono essere fatti dalle amministrazioni pubbliche nel quadro di un programma nazionale complessivo e coordinato perché è questo il vero problema: chi deve fare i grandi investimenti di cui questo Paese ha bisogno. Bisogna capire ad esempio come adesso e nel futuro si distribuirà il bisogno di acqua: cercare di indirizzare lo sviluppo tecnologico nel minimizzare l’utilizzo, favorire produzioni e filiere produttive a basso consumo di acqua, produrre norme che rendano rigoroso l’utilizzo dell’acqua potabile nelle abitazioni”.
“Bisogna – conclude il PD – mettere il Governo di fronte alle proprie responsabilità. Il riconoscimento dell’acqua come risorsa dello Stato, piccolo appiglio in questo provvedimento sbagliato, è opera di un Senatore del nostro Partito che porta avanti su questo tema un'azione costante e ripetuta, una battaglia politica quotidiana. Dov’era Rci quando abbiamo fatto queste battaglie?”
Il Partito Democratico interviene nel merito dell'ordine del giorno sull'acqua come risorsa pubblica presentato da Rci nell'ultimo Consiglio Comunale, non approvato con voto contrario anche del PD.
“Abbiamo votato no perché il documento presentato nascondeva i veri problemi in merito alla questione. Il nostro Partito – dice il PD – sono mesi che svolge nelle aule Parlamentari un azione di contrasto a tali norme sui servizi pubblici locali con gli strumenti che le legge riconosce; tale azione ha permesso di far approvare un emendamento, che limita i danni, al provvedimento del Governo per la privatizzazione del servizio idrico integrato a partire dal 2011, che riconosce che l’acqua è di proprietà pubblica”.
“Tale provvedimento – continua il PD – non trova giustificazione nella legislazione europea. Altri Paesi stanno facendo scelte diverse e accompagnano le dichiarazioni e i riconoscimenti dell’accesso all’acqua come diritto universale a politiche di investimento lungimiranti per assicurare acqua potabile non solo ai cittadini di oggi ma anche alle future generazioni. Il ciclo delle acque è costoso: la costruzione della rete, la manutenzione, l'approvvigionamento, la potabilizzazione, la depurazione. Noi sosteniamo che gli investimenti necessari devono essere fatti dalle amministrazioni pubbliche nel quadro di un programma nazionale complessivo e coordinato perché è questo il vero problema: chi deve fare i grandi investimenti di cui questo Paese ha bisogno. Bisogna capire ad esempio come adesso e nel futuro si distribuirà il bisogno di acqua: cercare di indirizzare lo sviluppo tecnologico nel minimizzare l’utilizzo, favorire produzioni e filiere produttive a basso consumo di acqua, produrre norme che rendano rigoroso l’utilizzo dell’acqua potabile nelle abitazioni”.
“Bisogna – conclude il PD – mettere il Governo di fronte alle proprie responsabilità. Il riconoscimento dell’acqua come risorsa dello Stato, piccolo appiglio in questo provvedimento sbagliato, è opera di un Senatore del nostro Partito che porta avanti su questo tema un'azione costante e ripetuta, una battaglia politica quotidiana. Dov’era Rci quando abbiamo fatto queste battaglie?”