SIENA. La riforma costituzionale promossa da Renzi ha un solo obiettivo: rafforzare il potere di chi già lo detiene. Dal punto di vista democratico è un insulto. Nel suo incastro con la legge elettorale può regalare a chi prende il 20% dei voti o poco più, il 55% dei parlamentari dell’unica Camera su cui si appoggia il governo. Mentre il Senato (che resta) non sarebbe neppure eletto pur avendo poteri costituzionali.
Sarebbe questa la democrazia? Saremmo di fronte alla massima concentrazione dei poteri nelle mani dell’uomo solo al comando. Non “la riforma istituzionale finalmente realizzata che gli italiani attendono” come recita la propaganda di Renzi. Ma l’opposto: il peggiore completamento di quel corso istituzionale contro riformatore che negli ultimi venticinque anni ha rafforzato il potere di chi governa, ad ogni livello nel nome della cosiddetta governabilità.
Ma cosa significa concretamente “governabilità”? Significa rendere ancora più forti e stabili i governi che demoliscono i diritti del lavoro, tagliano sanità e istruzione alzano l’età pensionabile…
E’ un caso se Confindustria, le banche il capitale finanziario europeo, sostengono entusiasti le ragioni del SI, proprio nel nome della “governabilità”? Perché i lavoratori i precari i disoccupati dovrebbero sostenere e addirittura rafforzare una governabilità diretta contro di loro?
Siamo chiamati ad un referendum che non riguarda una dimensione esclusivamente accademico istituzionale, come se si trattasse di un confronto giuridico tra addetti ai lavori, senza riferimenti sociali e di classe, senza neppure una chiara contrapposizione politica al governo, nel nome di un “confronto esclusivo sul merito” come se fosse possibile separare il merito reazionario della riforma dalla natura reazionaria del governo che la promuove.
E’ più che mai necessario e urgente contrapporre alla campagna classista dei capitalisti, a partire da quelli tricolore di casa nostra, tutti a favore del SI, una campagna che dia riconoscibilità sociale alle ragioni del NO agli occhi di milioni di lavoratori e lavoratrici, precari, disoccupati, che sono le vittime designate del disegno renziano.
Il sostegno al No seppure importante si deve coniugare ad una battaglia democratica per una legge elettorale interamente proporzionale ad ogni livello che sancisca l’uguaglianza reale di ogni voto senza trucchi maggioritari di alcun genere ed ad una prospettiva politica indipendente del movimento operaio apertamente contrapposta al disegno bonapartista di Renzi come al progetto lepenista di Salvini come alla repubblica plebiscitaria del milionario Grillo. Tutti progetti che in forme diverse mirano a dirottare su di un binario morto la rabbia dei lavoratori contro nemici immaginari per impedire che si rivolga contro il padronato. Solo un governo dei lavoratori, basato sulla loro forza e sulla loro organizzazione, può realizzare una vera “repubblica fondata sul lavoro”.
PCL SIENA