"Solo l'azione coordinata delle masse popolari può cambiare le sorti di Siena"

SIENA. Aspettare gli eventi e rassegnarsi al fatto che saranno ancora una volta i cittadini a dover pagare la crisi in corso, nel caso particolare il dissesto finanziario della banca Monte dei Paschi, è quanto si aspettano gli speculatori e quanto intendono fare, con le loro politiche, i rappresentanti dei governi espressione dei poteri forti: dei gruppi imperialisti americani ed europei rappresentati da alcuni dei più grandi gruppi bancari dell’imperialismo mondiale, Medio Banca, Goldman Sachs,Barclays, Deutsche Bank, solo per citarne alcuni. La loro legge è far pagare interessi, privatizzare e creare nuovi spazi per le loro speculazioni finanziarie. I governi che negli ultimi due anni si sono susseguiti, dal Governo Monti a quello Letta fino all’attuale Governo Renzi – Berlusconi, hanno incrementato il potere e l’ingerenza che i gruppi finanziari esercitano sui governi e sulle condizioni di vita delle masse popolari.
Attualmente, infatti, la crisi per sovrapproduzione assoluta di capitale rende il mercato talmente saturo da costringere i capitalisti a cercare nuovi campi di investimento per valorizzare il loro capitale, che altrimenti immesso nel mercato dell’economia reale non darebbe alcun profitto.
Per arrivare a questo sono stati fondamentali 3 passaggi: sottrarre le banche centrali alle autorità dei governi (privatizzazioni); restrizione dell’autorità dei governi sul controllo della circolazione di capitali; abolire leggi e regolamenti che limitavano la creazione e la circolazione di titoli finanziari.
Il risultato di tutto ciò? Un ammasso di capitale finanziario che spreme l’economia reale e che nel nostro caso particolare ha come uno dei suoi effetti il dissesto di una Banca che alle sue origini aveva una funzione sociale: creare posti di lavoro, finanziare il territorio al fine di garantire il benessere collettivo. Questo dissesto finanziario non deve essere pagato dalle masse popolari, ma da chi l’ha creato!
Gli ingenti capitali che MPS ancora possiede e può manovrare, devono servire a garantire i posti di lavoro ai dipendenti della Banca e delle Cooperative e aziende del suo indotto; secondariamente devono essere riversati sul territorio per la riapertura delle aziende chiuse, per il mantenimento dei posti di lavoro delle aziende in crisi, per il miglioramento della Sanità pubblica, dell’Università e della scuola, per creare posti di lavoro utili e dignitosi per intervenire nel dissesto idrogeologico, migliorare il settore delle infrastrutture e dei trasporti.
Con 2,5 miliardi di euro si può fare tutto ciò che è necessario alle masse popolari, occorre la volontà politica di immettere questo capitale nei circuiti dell’economia del territorio e non di quelli del mercato finanziario.
Chi può fare tutto questo? Solo un’Amministarazione Comunale di Emergenza, che rompa con i patti di stabilità e la spending review, che sottragga l’amministrazione della Banca MPS agli speculatori e l’affidi ad autorità competenti che rispondano solo alle esigenze delle masse popolari e del territorio. Come? Costringendo la Banca a fare credito alle aziende in crisi, a finanziare la riapertura delle piccole e medie imprese, a investire su infrastrutture utili e non dannose per il territorio.
Un’Amministrazione di questo tipo deve essere sostenuta e guidata dalla rete di Organismi popolari ed Operai che iniziano ad occuparsi direttamente delle problematiche del nostro territorio, per fare un esempio: gli operai devono costituire organismi che si occupino del futuro della propria azienda; allo stesso modo devono fare i lavoratori dell’Ospedale sempre più sottoposti a ritmi massacranti causati dai tagli al personale e blocco delle assunzioni.
Attualmente, infatti, la crisi per sovrapproduzione assoluta di capitale rende il mercato talmente saturo da costringere i capitalisti a cercare nuovi campi di investimento per valorizzare il loro capitale, che altrimenti immesso nel mercato dell’economia reale non darebbe alcun profitto.
Per arrivare a questo sono stati fondamentali 3 passaggi: sottrarre le banche centrali alle autorità dei governi (privatizzazioni); restrizione dell’autorità dei governi sul controllo della circolazione di capitali; abolire leggi e regolamenti che limitavano la creazione e la circolazione di titoli finanziari.
Il risultato di tutto ciò? Un ammasso di capitale finanziario che spreme l’economia reale e che nel nostro caso particolare ha come uno dei suoi effetti il dissesto di una Banca che alle sue origini aveva una funzione sociale: creare posti di lavoro, finanziare il territorio al fine di garantire il benessere collettivo. Questo dissesto finanziario non deve essere pagato dalle masse popolari, ma da chi l’ha creato!
Gli ingenti capitali che MPS ancora possiede e può manovrare, devono servire a garantire i posti di lavoro ai dipendenti della Banca e delle Cooperative e aziende del suo indotto; secondariamente devono essere riversati sul territorio per la riapertura delle aziende chiuse, per il mantenimento dei posti di lavoro delle aziende in crisi, per il miglioramento della Sanità pubblica, dell’Università e della scuola, per creare posti di lavoro utili e dignitosi per intervenire nel dissesto idrogeologico, migliorare il settore delle infrastrutture e dei trasporti.
Con 2,5 miliardi di euro si può fare tutto ciò che è necessario alle masse popolari, occorre la volontà politica di immettere questo capitale nei circuiti dell’economia del territorio e non di quelli del mercato finanziario.
Chi può fare tutto questo? Solo un’Amministarazione Comunale di Emergenza, che rompa con i patti di stabilità e la spending review, che sottragga l’amministrazione della Banca MPS agli speculatori e l’affidi ad autorità competenti che rispondano solo alle esigenze delle masse popolari e del territorio. Come? Costringendo la Banca a fare credito alle aziende in crisi, a finanziare la riapertura delle piccole e medie imprese, a investire su infrastrutture utili e non dannose per il territorio.
Un’Amministrazione di questo tipo deve essere sostenuta e guidata dalla rete di Organismi popolari ed Operai che iniziano ad occuparsi direttamente delle problematiche del nostro territorio, per fare un esempio: gli operai devono costituire organismi che si occupino del futuro della propria azienda; allo stesso modo devono fare i lavoratori dell’Ospedale sempre più sottoposti a ritmi massacranti causati dai tagli al personale e blocco delle assunzioni.
Organizziamo e coordiniamo ogni singola lotta per riprendere in mano questo territorio!
P.CARC_Sezione Siena_VAL D’Elsa