"Risulta comica l'affermazione che la candidatura viene presentata fuori dal Pd, parlando di un partito in mano al candidato"
Riceviamo e pubblichiamo integralmente l’intervento dell’associazione Ora Siena alla notizia della candidatura alle primarie dell’ex sindaco Franco Ceccuzzi
Apprendiamo, senza alcuna sorpresa, della candidatura ufficiale dell?ex sindaco alle primarie di coalizione del centro sinistra.
Tale candidatura appare in netto contrasto con le esigenze più volte manifestate di scelte che andassero nel senso di una ricomposizione delle diverse anime del partito democratico, che sapessero trovare un equilibrio tra la ovvia necessità di un cambiamento di fase e la valorizzazione del buon governo che negli ultimi 30 anni ha caratterizzato la città, che prendesse atto degli errori che hanno portato alla esperienza del commissariamento e riaprisse un dialogo con tutte le componenti della città non basato sulla affermazione di una egemonia fine a se stessa, ma con un confronto reale in grado di operare scelte che sono l’antitesi del programma elettorale che ha dato luogo alla breve esperienza di governo della giunta Ceccuzzi. Programma dai contenuti ancora più ingiustificabili per stessa ammissione del candidato.
Infatti proprio nel momento in cui afferma di essersi candidato perché esistevano già segni di crisi che avevano evidentemente bisogno della sua esperienza non si comprende come sia stato possibile stilare un programma che non solo non teneva conto della crisi in atto ma che addirittura prefigurava scenari di sviluppo demagogici, ad esempio i 1.00 posti di lavoro con fior di imprenditori pronti per “Siena bella meravigliosa 2.0”.
Le primarie si terranno infatti in un clima di assoluta carenza di discussione interna al partito di maggioranza relativa che non si è preoccupato di aprire un dibattito sulla fuga dalle responsabilità, quanto di individuare nemici da colpire ed emarginare. Risulta quantomeno comica l’affermazione che la candidatura viene presentata fuori dal Pd, parlando di un partito completamente in mano al candidato, il quale, oggi, dopo averlo fatto, dichiara che non sarebbe ipotizzabile una fuga dalle proprie responsabilità.
Infatti proprio nel momento in cui afferma di essersi candidato perché esistevano già segni di crisi che avevano evidentemente bisogno della sua esperienza non si comprende come sia stato possibile stilare un programma che non solo non teneva conto della crisi in atto ma che addirittura prefigurava scenari di sviluppo demagogici, ad esempio i 1.00 posti di lavoro con fior di imprenditori pronti per “Siena bella meravigliosa 2.0”.
Le primarie si terranno infatti in un clima di assoluta carenza di discussione interna al partito di maggioranza relativa che non si è preoccupato di aprire un dibattito sulla fuga dalle responsabilità, quanto di individuare nemici da colpire ed emarginare. Risulta quantomeno comica l’affermazione che la candidatura viene presentata fuori dal Pd, parlando di un partito completamente in mano al candidato, il quale, oggi, dopo averlo fatto, dichiara che non sarebbe ipotizzabile una fuga dalle proprie responsabilità.
Se invece si vuole guardare al bene comune della città occorrono scelte diverse, frutto di una discontinuità reale, e non su quella che invece privilegia chi ha condiviso se non ispirato le scelte di quegli ultimi dieci anni che sono divenuti una vera ed ingiustificata ossessione, che sappia coniugare esigenze di rinnovamento anche nei modi di fare politica, oltre che ispirate a contenuti che siano contestuali allo stato di crisi, non basate su generiche affermazioni (abbiamo delle idee) ma decidendo quali siano le priorità, quali i progetti di rilancio inseriti in un meccanismo di concorso pubblico – privato, quali i progetti del piano strutturale da portare avanti rompendo anche gli indugi sui piani complessi di intervento che hanno segnato drammaticamente il passo fin dalla prima fase della giunta Ceccuzzi, proponendo modelli diversi per la gestione dei beni culturali senza avventurarsi in forme giuridiche che saranno un ulteriore aggravio di costi e di burocrazia, di lacci e laccioli ministeriali; distinguendosi infine in modo netto dal refrain sulla banca che denota approssimazione e ha di fatto consegnato i destini del Monte dei Paschi, per la prima volta a mani estranee alla Città, senza alcuna limitazione e controllo.
ORA SIENA