Il decreto già in vigore dal 21 marzo

di Massimilino Casto*
SIENA. Il decreto legislativo 4 marzo 2010 n.28 – pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.53/2010 in attuazione della Riforma del Processo Civile (l. 69/2009) – ha introdotto un nuovo istituto, la mediazione civile e commerciale, come strumento per giungere bonariamente ad una conciliazione. Per effetto di ciò, dal 21 marzo 2011 la mediazione deve essere esperita, a pena di improcedibilità, nei casi di controversie relative a: diritti reali, divisione, successioni ereditarie, patti di famiglia, locazione, comodato, affitto di azienda, contratti assicurativi, bancari e finanziari, risarcimento del danno derivante da responsabilità medica, da diffamazione a mezzo stampa o altro mezzo di pubblicità. Questo nuovo sistema di conciliazione obbligatoria rappresenta una novità importante per le controversie tra privati e dà una svolta definitiva alle procedure dei processi civili. Pertanto dal 21 marzo, prima di andare in giudizio e fare causa a qualcuno per rivendicare un nostro diritto oppure chiedere un risarcimento, siamo obbligati a tentare una conciliazione, cioè una procedura per un accordo extragiudiziale davanti a un organismo di conciliazione abilitato ed appositamente costituito.
A chi rivolgersi
La novità rilevante sta nel fatto che il cittadino non è obbligato a rivolgersi ad un avvocato ma ad un mediatore civile, cioè ad un professionista – come ad esempio un consulente del lavoro o un commercialista – che abbia fatto un apposito corso di formazione e che sia accreditato presso il Ministero della Giustizia.
Il Mediatore Civile sarà una figura altamente specializzata, imparziale e neutrale, in grado di gestire efficacemente il contenzioso attraverso le più moderne tecniche di negoziazione e di facilitare l’accordo tra le parti orientandole verso la soluzione ottimale per tutti.
Ambito e scopi
Lo scopo è quello di cercare di alleggerire i tribunali da tutti quei processi per cause civili pendenti e cercare, altresì, di ridurre i tempi di soluzione delle liti e conseguentemente i costi della giustizia.
La competenza di queste conciliazioni attraverso i mediatori civili è molto ampia. Infatti le controversie trattabili dal conciliatore vanno dai diritti reali (proprietà, usufrutto ecc.) alle locazioni, dalle successioni ai contratti assicurativi e a quelli bancari, dalla responsabilità dei medici alla diffamazione a mezzo stampa.
Per questa prima fase di avvio le procedure relative alle liti condominiali e quelle legate alle assicurazioni non saranno obbligatorie, ma lo saranno a partire dal prossimo anno.
I tempi e modi
Il tempo massimo della mediazione è fissato in 4 mesi, trascorso il quale il processo può iniziare o proseguire. Il procedimento di mediazione non è soggetto ad alcuna formalità ed è protetto da norme che assicurano alle parti del procedimento l’assoluta riservatezza rispetto alle dichiarazioni e alle informazioni che siano emerse. Tali informazioni non saranno utilizzabili in sede processuale, salvo esplicito consenso delle parti, e il mediatore sarà tenuto al segreto professionale su di esse.
Quando il mediatore svolge sessioni separate con le singole parti, ovviamente non potrà rivelare all’altra parte alcuna informazione acquisita durante tali sessioni.
L’efficacia della mediazione
Dal punto di vista dell’efficacia esecutiva, qualora l’accordo venga raggiunto, dovrà essere omologato in Tribunale, che prima ne dovrà verificare la regolarità formale. Il conseguente verbale sarà titolo per ogni tipo di esecuzione, oltre che per l’iscrizione di ipoteca giudiziale.
Resta sempre possibile procedere per le classiche del tribunale davanti al giudice, quando la conciliazione fallisce o non si giunge ad un accordo.
* Tributarista Consulente del Lavoro