Con i prezzi attuali del titolo, Fondazione, dipendenti e cittadini potrebbero ricomprarsi parte della banca
SIENA. L’anomalo andamento del titolo MPS, frutto di speculazioni e crisi del comparto bancario, offre la possibilità di rivalsa di diversi soggetti, in primis la Fondazione MPS. Secondo il valore di borsa Clarich, che ha manifestato recentemente fiducia nel management della Banca, potrebbe investire poco più di venti milioni di euro per raddoppiare la sua quota di proprietà della Banca. Recuperando così quanto sottratto, ingiustamente, nel recente passato.
Un acquisto di tale dimensione potrebbe, peraltro, invertire l’andamento della borsa e, divenire così anche una forma di investimento. Ma ci sono anche altri soggetti che potrebbero approfittare di questa situazione drammatica ed anomala.
I dipendenti che in questa situazione sono preoccupati per la tenuta dei posti di lavoro, con circa 1.000 € ciascuno (magari con la disponibilità della banca di offrire uno scoperto di conto straordinario) acquisterebbero una proprietà della Banca dove lavorano, superiore a quella della Fondazione, pretendendo così una rappresentanza nel CDA della Banca (magari un bravo montepaschino doc oggi inviato in pensione) ed invertendo una gestione dell’attuale guida dell’azienda pressoché affidata a manager esterni ben pagati ed a società di consulenza, che poco o nulla hanno a che vedere con il nostro territorio.
Ma anche i cittadini senesi e la Provincia che nel recente passato hanno goduto ampiamente di considerevoli benefici provenienti dalle elargizioni della Banca, con un briciolo di orgoglio, potrebbero acquistare singolarmente o in gruppi, con qualche centinaio di euro a testa, azioni della banca, acquisendo così una modesta ma significativa percentuale di proprietà della Banca.
Se poi a questi si unissero anche soggetti pubblici, con il valore del titolo a prezzo di svendita invernale, Siena ed i dipendenti della Banca uniti potrebbero riappropriarsi del possesso del Monte dei Paschi per una quota intorno al 6% (oggi la Fondazione detiene l’1,5%), divenendo insieme un socio di riferimento e mettendo una valida ipoteca sulla permanenza della Banca a Siena.
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