SIENA. Da Nero su Bianco riceviamo e pubblichiamo.
“Chissà se quando il Comune mette il proprio stemma a nome di tutta la città sul programma di un evento ha cura di leggere attentamente chi ne siano i protagonisti. Evidentemente no, almeno nel caso dell’iniziativa “A seminar la buona pianta”, organizzata da Aboca, azienda che si occupa di preparati terapeutici naturali, Fondazione Mps e Comune di Siena, che in questo fine settimana delizierà gli amanti della botanica. Ebbene gli appassionati potranno avere l’onore di poter passeggiare domenica mattina in compagnia del giornalista Michele Serra, partendo da quel cortile del Podestà da dove guarda caso escono i cavalli del Palio proprio da lui definito “incredibile climax di protervia e di fanatismo che sprigiona, due volte l’anno, dal Campo trasformato in mattatoio di bestie e manicomio di umani”. Così si dilettava il Serra a scrivere su La Repubblica, parlando della corsa dell’Assunta del 1998, in un articolo pieno di amenità, con l’inevitabile comparazione alla corrida spagnola.
“Credo che niente – chiosa ancora Serra nell’articolo – come la fede nelle tradizioni (religiose e non) riesca a organizzare nel tempo, procrastinandola, la crudeltà e la bischeraggine umana… Tra due o trecento generazioni, forse, il virus del Palio sarà estinto, Siena avrà trovato gli anticorpi e i senesi parleranno di quel galoppo scomposto come di una barbarica tradizione di nonni parecchio grulli”.
Purtroppo per lui non si sono succedute dal 1998 ad oggi le tante generazioni che l’animalista giornalista auspicava e così la memoria collettiva di tanti grulli senesi, anche se non tutti ancora nonni, ricorda bene chi ha offeso il Palio, il cui virus è ancora ben attivo, e la sua millenaria tradizione definendola “una crudele bischerata”. Una memoria collettiva che evidentemente non fa parte del patrimonio della nostra amministrazione comunale, forse più sensibile alla festa medioevale di Monteriggioni. E così domenica prossima Michele Serra sarà il benvenuto e ci diletterà con la sua guida naturalistica sperando che non trovi anche il nostro orto botanico un abominio di cultura e tradizione da cancellare dalla faccia della terra. Ma stia tranquillo qualunque cosa dirà o scriverà di offensivo per Siena e i suoi abitanti, fra qualche tempo amministratori di poca memoria lo inviteranno di nuovo. Come hanno fatto i nostri in questa occasione.
Complimenti davvero”.