I perché della firma della lettera a Clarich che ha sollevato tante polemiche
SIENA. Da Nero su Bianco riceviamo e pubblichiamo.
“Sappiamo che in politica la coerenza è una dote rara. Come sappiamo che c’è sempre chi è alla ricerca di indizi per alimentare la fantapolitica cittadina, come avvenuto per la nostra sottoscrizione della lettera al presidente della Fondazione MPS.
A coloro che con questa firma hanno visto un disegno di “nuovo groviglio armonioso” diciamo che ci dispiace molto di deluderli, ma si è trattato solo di un atto di coerenza con le nostre storiche battaglie sulla Fondazione MPS. Il fatto che forze di maggioranza cambino idea e si avvicinino alle nostre posizioni ci fa altro che piacere. In diversi in questi giorni si affannano a cavalcare il dissapore creato da Palazzo Sansedoni verso il Comune, nel tentativo di ricrearsi una sorta di verginità politica.
Ma cosa dicevano questi amministratori quando nell’agosto 2014 il presidente Clarick disse ad un settimanale nazionale “.. non vi è alcun rapporto istituzionale diretto fra Comune e Fondazione..”; rifiutando anche l’invito del Consiglio Comunale di Siena per la seduta del 25.09.2014 organizzato appunto per parlare della Fondazione. Chi di loro chiese chiarimenti quando il 28 gennaio di quest’anno, dalle pagine del Corriere Fiorentino, esternò il suo scetticismo sul legame di BMPS con Siena? Per i deboli di memoria si consiglia di andare a rivedere la rassegna stampa. I nostri rappresentanti sono stati estensori e primi firmatari di documenti, atti, mozioni, convocazione di Consigli Comunali straordinari e promotori di iniziative pubbliche come la marcia silenziosa del novembre 2014.
Quei consigli omunali straordinari chiesti per cercare di salvare la decadenza della Banca per mano della Fondazione, finiti nel nulla per aver fatto mancare, da parte delle forze politiche di maggioranza, il numero legale (25 sett 2014). Nero su Bianco con il programma elettorale del 2013, con l’attività in Consiglio Comunale e l’impegno pubblico è stato sempre in prima fila per chiedere una gestione più attenta al territorio, che non vuol dire “erogazioni” bensì salvaguardare un tesoro ed un legame secolare di un’azienda dal deperimento voluto dai mercati finanziari.
Il capogruppo Alessandro Piccini si era già lamentato personalmente il 21 marzo di quest’anno in un’accorata lettera inviata a Clarich. Per questo e solo per questo non ci siamo sottratti a firmare un documento che andava in una direzione vicina a quello che noi stiamo portando avanti da tempo. Restiamo coerenti con le nostre idee e siamo pronti a condividerle con chi ha a cuore il bene di questa città. Lo abbiamo detto qualche settimana fa e lo riconfermiamo oggi: disponibili al dialogo con tutti, ma di fidanzamenti per ora non se ne parl”a.
NERO SU BIANCO