"Ci auguriamo che si tratti solo di un contrattempo e che, come alcuni addetti ai lavori sostengono, la Banca nelle sue dimensioni sia solida"
SIENA. La bufera che ha investito Chianti Banca è un’altra tegola sulla testa dei senesi. Si, perché a rimetterci, ne siamo certi, sul piano dell’immagine – e non solo – non sarà Firenze ma Siena. Da troppo tempo è ingiustamente agli onori – o più esattamente disonori – della cronaca per l’incapacità di gestire un sistema economico basato proprio sull’esercizio del credito. Non bastava la crisi del Monte dei Paschi ad infangare l’immagine di questa città; ora rischia di entrare nel tritacarne mediatico anche quello che sembrava un gioiello: l’evoluzione della ex Banca di Monteriggioni. Quella banca dove tanti senesi, all’indomani delle avvisaglie della crisi di MPS, fecero la fila per depositare i loro risparmi, spesso frutto del sudore di un’intera vita.
Ci auguriamo che si tratti solo di un semplice contrattempo e che, come alcuni addetti ai lavori sostengono, la Banca nelle sue dimensioni sia solida e che, quindi, un bilancio negativo non è detto sia sintomo di sofferenza finanziaria.
Vogliamo essere ottimisti soprattutto per i tanti senesi che in quell’azienda lavorano: saranno i primi a chieder conto dell’accaduto alla classe dirigente; ma vogliamo esserlo anche per i clienti e per il mercato del credito locale, che vede un altro importante player in affanno. Speriamo che ciò che è accaduto in Chiantibanca non sia frutto di ingerenze politiche, ma sia solo la normale conseguenza delle scelte di espansione che la banca ha fatto ultimamente che si riassorbiranno in tempi ragionevoli.
Nero su Bianco Siena