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SIENA. Aperte le candidature alla presidenza dell'Abi, si punta molto su Giuseppe Mussari del Monte dei Paschi, che gode dei favori di molti “colleghi”.
Ma l'operazione “conquista” non si ferma alla sua poltrona. Infatti, da più parti si continua a parlare di un'operazione che dovrebbe portare la banca senese a sostituire Capitalia nel cuore (meglio, nel portafoglio dei romani). Il maggior interessato (e indiziato al sostegno dell'intero progetto) è il vicepresidente Mps Francesco Gaetano Caltagirone, suocero di Pierferdinando Casini, palazzinaro, editore e chi più ne ha più ne metta. La mossa gli potrebbe essere utile per continuare la scalata alla conquista di Roma, dove – peraltro – le sue imprese stanno già “macinando”. Quindi partirebbe alla carica di Generali e di Acea, cosa che gli consentirebbe di prendere anche il controllo del mercato dell'acqua.
La “calata” su Rona, del resto non è un segreto, dato che Il direttore romano di Mps Pascazio ha dichiarato a Repubblica che l’obiettivo della campagna laziale di Mps è “conquistare almeno 500 aziende-clienti nei prossimi sei mesi. Medie, piccole ma anche piccolissime. Che abbiano idee e progetti industriali solidi. I settori? Turismo, innanzitutto perché Roma non può accettare di essere stata superata da Berlino. E poi progetti di aggregazione tra le piccole e giovani imprese della Tiburtina Valley: nei mercati mondiali per le piccole imprese di new economy non c’ è alternativa alle fusioni. Quindi Mps punta come finanziatore sulla riqualificazione urbana: Mercati Generali, vecchio quartiere fieristico, nuove tratte metropolitane“.
Mussari (parzialmente) lontano da Siena preoccupa l'ambiente politico senese, che ha sempre considerato la Banca come un'espressione finanziaria “rossa” propria, e vedrebbe calare con la lontananza il proprio peso specifico.
E i senesi, che considerano ancora il Monte una loro proprietà, resterebbero ancora una volta con un palmo di naso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Ma l'operazione “conquista” non si ferma alla sua poltrona. Infatti, da più parti si continua a parlare di un'operazione che dovrebbe portare la banca senese a sostituire Capitalia nel cuore (meglio, nel portafoglio dei romani). Il maggior interessato (e indiziato al sostegno dell'intero progetto) è il vicepresidente Mps Francesco Gaetano Caltagirone, suocero di Pierferdinando Casini, palazzinaro, editore e chi più ne ha più ne metta. La mossa gli potrebbe essere utile per continuare la scalata alla conquista di Roma, dove – peraltro – le sue imprese stanno già “macinando”. Quindi partirebbe alla carica di Generali e di Acea, cosa che gli consentirebbe di prendere anche il controllo del mercato dell'acqua.
La “calata” su Rona, del resto non è un segreto, dato che Il direttore romano di Mps Pascazio ha dichiarato a Repubblica che l’obiettivo della campagna laziale di Mps è “conquistare almeno 500 aziende-clienti nei prossimi sei mesi. Medie, piccole ma anche piccolissime. Che abbiano idee e progetti industriali solidi. I settori? Turismo, innanzitutto perché Roma non può accettare di essere stata superata da Berlino. E poi progetti di aggregazione tra le piccole e giovani imprese della Tiburtina Valley: nei mercati mondiali per le piccole imprese di new economy non c’ è alternativa alle fusioni. Quindi Mps punta come finanziatore sulla riqualificazione urbana: Mercati Generali, vecchio quartiere fieristico, nuove tratte metropolitane“.
Mussari (parzialmente) lontano da Siena preoccupa l'ambiente politico senese, che ha sempre considerato la Banca come un'espressione finanziaria “rossa” propria, e vedrebbe calare con la lontananza il proprio peso specifico.
E i senesi, che considerano ancora il Monte una loro proprietà, resterebbero ancora una volta con un palmo di naso.
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