di Augusto Mattioli
SIENA. Dopo il palio le nomine alla Fondazione Mps. Che spettano, da statuto, al sindaco Maurizio Cenni, al presidente della Provincia, Simone Bezzini, all’Arcivescovo Antonio Buoncristiani, alla Regione Toscana, all’Università.
C’è chi fa capire che molti nomi sono già scritti su qualche foglietto e che l’organigramma ha, nonostamte le candidature si possano presentare solo da qualche giorno, tutte le caselle a posto. Frutto forse di riunioni più o meno segrete che si sarebbero susseguite nelle ultime settimane.
Sembra certa la conferma di Gabriello Mancini (che vanta pareri favorevoli sulla questione relativa alla sua nomina, nonostante il secondo mandato), in base ad accordo che sarebbe stato preso già in occasione delle nomine nel consiglio d’amministrazione della banca. Ovviamente, anche in questo caso, essere troppo certi non va bene.
La storia ci ha regalato delle sorprese dell'ultim'ora davvero incredibili. E quindi, come nella migliore tradizione, c'è anche chi non si accontenta di riferire il nome più ovvio, ma si lancia in voli pindarici che raggiungono addirittura personaggi di "alto livello". Tra questi, quello che decisamente ha destato maggiore meraviglia è quello dell'onorevole Franco Ceccuzzi: nome decisamente fuori dai giochi fino a qualche giorno fa. Ma, probabilmente, resta tale e questa è solo una delle tante voci per "depistare".
Ben più complicato il gioco di nomi per la carica di vicepresidente. Se Mancini perdesse la prima carica, a lui potrebbe essere assegnata la seconda. O magari, la vicepresidenza potrebbe andare ad Alessandro Pinciani oppure all'ex presidente della Provincia, Fabio Ceccherini, tornato (momentaneamente) in Cna.
Ufficialmente nessuno fa nomi. Ma pare che il sindaco Maurizio Cenni sia orientato a indicare i suoi fedelissimi nella deputazione generale (cercando, a quanto si dice da più parti, di resistere a forti pressioni, che potrebbero arrivargli da qualche area del suo stesso partito, quella per intenderci dell’ex-Margherita monaciana) composta da sedici membri. Che deciderà a sua volta il nome del presidente (Mancini?) e i sei della deputazione amministratrice, il luogo più ambito.
Ovviamente ci sono aspetti che vanno tenuti presenti in questa fase. Anzitutto la decisione del centro destra di votare – “per opportunità”, puntualizza un esponente di quest’area -, l’ordine del giorno della maggioranza di centrosinistra sulle linee programmatiche della Fondazione Mps per il prossimo quadriennio. Un inciucio forse, ma comunque emerso alla luce del sole con il voto, magari concesso con più di un mugugno dai consiglieri del Pdl. Una decisione ovviamente che in sostanza crea le condizioni perché chi fa, per legge, le nomine abbia un occhio particolare per l’area del centro destra targato Pdl.
Ma sindaco e presidente della Provincia, che da soli nominano 13 componenti della deputazione generale, dovranno utilizzare forse il vecchio manuale Cencelli per soddisfare tutte le esigenze della politica senese. Oltre che al Pdl e al Pd dovranno tenere conto anche delle aree della sinistra oggi rappresentata nella deputazione generale da Antonella Buscalferri e Giovanni Recchia, in quella amministratrice da Alessandro Lastray, dei socialisti oggi con Riccardo Martinelli nella deputazione amministratrice, e Walter Munaretto. Ma nell’area socialista di recente c’è stata l’operazione di Toscana Riformista di Mauro Marzucchi, a cui Munaretto fa riferimento, mentre Martinelli è rimasto nella casa madre. E’ possibile che, se si vuol soddisfare quest’area, si decida di dare un posto ad entrambi gli schieramenti. Ma bisognerà anche vedere chi entrerà in rappresentanza della Curia, dell’Università e della Regione e se ci sarà un accordo anche con gli altri nominanti. Una cosa è certa, il presidente della Provincia, Simone Bezzini, sceglierà solo dopo il Palio del 2 Luglio.
Non si tratta però di una cosa nuova quella di operare con il manuale Cencelli. Succedeva anche nella cosiddetta prima repubblica, quando i metodi di nomina erano diversi, che Dc, Psi e Pci si mettessero d’accordo. Tanto che in un’occasione Eugenio Scalfari, direttore di Repubblica, parlò di grande spartizione. Da tutto questo lavorio potrebbero restare fuori (ma non è detto) le liste civiche e la Lega, partito in crescita anche a Siena. Che parla di subalternità del Pdl nei confronti del Centro Sinistra “in cambio di qualche insulsa poltroncina”: il Carroccio plaude invece alle posizioni delle liste civiche con cui sembra avere un particolare feeling e sottolinea con molta vis polemica ma anche molta retorica di "spartizione di posti di potere".
SIENA. Dopo il palio le nomine alla Fondazione Mps. Che spettano, da statuto, al sindaco Maurizio Cenni, al presidente della Provincia, Simone Bezzini, all’Arcivescovo Antonio Buoncristiani, alla Regione Toscana, all’Università.
C’è chi fa capire che molti nomi sono già scritti su qualche foglietto e che l’organigramma ha, nonostamte le candidature si possano presentare solo da qualche giorno, tutte le caselle a posto. Frutto forse di riunioni più o meno segrete che si sarebbero susseguite nelle ultime settimane.
Sembra certa la conferma di Gabriello Mancini (che vanta pareri favorevoli sulla questione relativa alla sua nomina, nonostante il secondo mandato), in base ad accordo che sarebbe stato preso già in occasione delle nomine nel consiglio d’amministrazione della banca. Ovviamente, anche in questo caso, essere troppo certi non va bene.
La storia ci ha regalato delle sorprese dell'ultim'ora davvero incredibili. E quindi, come nella migliore tradizione, c'è anche chi non si accontenta di riferire il nome più ovvio, ma si lancia in voli pindarici che raggiungono addirittura personaggi di "alto livello". Tra questi, quello che decisamente ha destato maggiore meraviglia è quello dell'onorevole Franco Ceccuzzi: nome decisamente fuori dai giochi fino a qualche giorno fa. Ma, probabilmente, resta tale e questa è solo una delle tante voci per "depistare".
Ben più complicato il gioco di nomi per la carica di vicepresidente. Se Mancini perdesse la prima carica, a lui potrebbe essere assegnata la seconda. O magari, la vicepresidenza potrebbe andare ad Alessandro Pinciani oppure all'ex presidente della Provincia, Fabio Ceccherini, tornato (momentaneamente) in Cna.
Ufficialmente nessuno fa nomi. Ma pare che il sindaco Maurizio Cenni sia orientato a indicare i suoi fedelissimi nella deputazione generale (cercando, a quanto si dice da più parti, di resistere a forti pressioni, che potrebbero arrivargli da qualche area del suo stesso partito, quella per intenderci dell’ex-Margherita monaciana) composta da sedici membri. Che deciderà a sua volta il nome del presidente (Mancini?) e i sei della deputazione amministratrice, il luogo più ambito.
Ovviamente ci sono aspetti che vanno tenuti presenti in questa fase. Anzitutto la decisione del centro destra di votare – “per opportunità”, puntualizza un esponente di quest’area -, l’ordine del giorno della maggioranza di centrosinistra sulle linee programmatiche della Fondazione Mps per il prossimo quadriennio. Un inciucio forse, ma comunque emerso alla luce del sole con il voto, magari concesso con più di un mugugno dai consiglieri del Pdl. Una decisione ovviamente che in sostanza crea le condizioni perché chi fa, per legge, le nomine abbia un occhio particolare per l’area del centro destra targato Pdl.
Ma sindaco e presidente della Provincia, che da soli nominano 13 componenti della deputazione generale, dovranno utilizzare forse il vecchio manuale Cencelli per soddisfare tutte le esigenze della politica senese. Oltre che al Pdl e al Pd dovranno tenere conto anche delle aree della sinistra oggi rappresentata nella deputazione generale da Antonella Buscalferri e Giovanni Recchia, in quella amministratrice da Alessandro Lastray, dei socialisti oggi con Riccardo Martinelli nella deputazione amministratrice, e Walter Munaretto. Ma nell’area socialista di recente c’è stata l’operazione di Toscana Riformista di Mauro Marzucchi, a cui Munaretto fa riferimento, mentre Martinelli è rimasto nella casa madre. E’ possibile che, se si vuol soddisfare quest’area, si decida di dare un posto ad entrambi gli schieramenti. Ma bisognerà anche vedere chi entrerà in rappresentanza della Curia, dell’Università e della Regione e se ci sarà un accordo anche con gli altri nominanti. Una cosa è certa, il presidente della Provincia, Simone Bezzini, sceglierà solo dopo il Palio del 2 Luglio.
Non si tratta però di una cosa nuova quella di operare con il manuale Cencelli. Succedeva anche nella cosiddetta prima repubblica, quando i metodi di nomina erano diversi, che Dc, Psi e Pci si mettessero d’accordo. Tanto che in un’occasione Eugenio Scalfari, direttore di Repubblica, parlò di grande spartizione. Da tutto questo lavorio potrebbero restare fuori (ma non è detto) le liste civiche e la Lega, partito in crescita anche a Siena. Che parla di subalternità del Pdl nei confronti del Centro Sinistra “in cambio di qualche insulsa poltroncina”: il Carroccio plaude invece alle posizioni delle liste civiche con cui sembra avere un particolare feeling e sottolinea con molta vis polemica ma anche molta retorica di "spartizione di posti di potere".