Il candidato sindaco commenta la nota di Palazzo Sansedoni
SIENA. “Nel loro comunicato stampa, il presidente Mancini ed il provveditore Pieri non rispondono di fatto a nessuna delle osservazioni che sono state loro mosse nelle ultime ore”. Eugenio Neri ribatte così alle affermazioni delle due massime cariche della Fondazione Mps che, dopo l’ondata di critiche a cui sono state esposte, hanno diramato una nota stampa in cui illustrano le loro posizioni.
“Mancini e Pieri sostengono di non aver fatto altro che non adeguarsi alle esigenze del momento. Non è la prima volta che accade – prosegue Neri – Infatti, la Fondazione aveva già risposto con un passivo «obbedisco» già allo scellerato aumento di capitale chiesto nel 2011 dai vertici della Banca, che ne ha di fatto sancito l’impoverimento definitivo”. Il candidato a sindaco sostenuto da liste e movimenti civici stigmatizza anche “il riferimento all’«improcrastinabilità» delle modifiche dello Statuto fatto dai vertici di Palazzo Sansedoni. Una fretta che stride con la gestione complessiva della vicenda – prosegue Neri – Se la revisione statutaria non era più rinviabile, la consultazione sulle modifiche avrebbe dovuto essere aperta in modo da non arrivare a ridosso della campagna elettorale. Le parole di Mancini e Pieri non cambiano la sostanza. L’intervento sullo statuto è avvenuto in assenza del rappresentante democraticamente eletto dai senesi, forzato da una Deputazione Generale in scadenza di mandato. Inoltre, c’è un episodio che esemplifica l’intera vicenda. La Fondazione aveva nominato una commissione interna per valutare la modifica allo statuto. Il presidente di questa commissione è stato uno dei due voti contrari alla modifica”.
Neri conclude affermando che, “a proposito degli incontri promossi dalla Fondazione, appare incredibile che Pieri e Mancini parlino di «massima consultazione con la comunità di riferimento» quando, poco prima del varo delle modifiche, sia il presidente della Fondazione che quello della Banca, Alessandro Profumo, hanno incontrato solo uno dei candidati a sindaco. Quello del partito che ha condotto allo sfascio della città. La nota diramata da Palazzo Sansedoni non specifica i contenuti di quel colloquio nonostante il bisogno di trasparenza della collettività senese”.
(Foto Corrado De Serio)
“Mancini e Pieri sostengono di non aver fatto altro che non adeguarsi alle esigenze del momento. Non è la prima volta che accade – prosegue Neri – Infatti, la Fondazione aveva già risposto con un passivo «obbedisco» già allo scellerato aumento di capitale chiesto nel 2011 dai vertici della Banca, che ne ha di fatto sancito l’impoverimento definitivo”. Il candidato a sindaco sostenuto da liste e movimenti civici stigmatizza anche “il riferimento all’«improcrastinabilità» delle modifiche dello Statuto fatto dai vertici di Palazzo Sansedoni. Una fretta che stride con la gestione complessiva della vicenda – prosegue Neri – Se la revisione statutaria non era più rinviabile, la consultazione sulle modifiche avrebbe dovuto essere aperta in modo da non arrivare a ridosso della campagna elettorale. Le parole di Mancini e Pieri non cambiano la sostanza. L’intervento sullo statuto è avvenuto in assenza del rappresentante democraticamente eletto dai senesi, forzato da una Deputazione Generale in scadenza di mandato. Inoltre, c’è un episodio che esemplifica l’intera vicenda. La Fondazione aveva nominato una commissione interna per valutare la modifica allo statuto. Il presidente di questa commissione è stato uno dei due voti contrari alla modifica”.
Neri conclude affermando che, “a proposito degli incontri promossi dalla Fondazione, appare incredibile che Pieri e Mancini parlino di «massima consultazione con la comunità di riferimento» quando, poco prima del varo delle modifiche, sia il presidente della Fondazione che quello della Banca, Alessandro Profumo, hanno incontrato solo uno dei candidati a sindaco. Quello del partito che ha condotto allo sfascio della città. La nota diramata da Palazzo Sansedoni non specifica i contenuti di quel colloquio nonostante il bisogno di trasparenza della collettività senese”.
(Foto Corrado De Serio)