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SIENA. Mi trovo all’estero a presentare con orgoglio (per Siena) una nuova protesi nata qui alle Scotte. Leggo – ogni tanto si dovrebbe allontanarsi e staccare il filo- che una delle tante componenti della macchina da guerra del Pd, questa volta l’Unione Comunale, mi bolla come esponente di tutto il “vecchiume” politico esistente in città. Volendo seguire il mio istinto, alla senese le definirei “coglionate”, quali sono, ma non renderei giustizia ai lettori onesti che si aspettano qualcosa da me in questo senso. Credo che vada chiarita bene sia la natura della mia partecipazione a questa fase politica di Siena sia il perchė abbia deciso che questa forma era valida.
Intanto mi domando dove fossero fino a poco tempo fa tutti questi esemplari cittadini che ricompaiono solo a disastro avvenuto, travestiti da salvatori della patria, per cercare di mantenere il potere. Comunque questi sono problemi che ruotano intorno a quello che era un partito e adesso somiglia ad un divertente reality.
Io voglio entrare nel dettaglio politico partendo dalla fine. Siena cambia pagina, io faccio il sindaco: dobbiamo ricostruire Siena. I senesi sono quelli di sempre, più poveri, più arrabbiati, più consapevoli. Non si cambia il credo, anche se tradito. E di sfaccettature e mondi Siena è piena. Gli stessi mondi che hanno votato Ceccuzzi o applaudivano le gesta finanziarie di Mussari, comunque, sono parti di questa società e vanno rappresentati.
L’emozione e la rabbia ci chiedono di fare piazza pulita per ripartire. Ma in che modo? Pensando alla ricostruzione di Siena, davvero possiamo pretendere di riuscirci ignorando i tanti “popoli” di Siena che trovavano rappresentanza in quello che quattro ragazzetti con patente Pd identificano in vecchiume? Io credo di no, anche a costo di prestare il fianco ad accuse strumentali.
Se il voto ė fatto di una componente consapevole (il programma) ed una componente fiduciaria (la persona), io chiedo fiducia per una visione, per una ricostruzione, per una nuova armonia in citta! Farei meglio a chiedere la testa di qualcuno nel cesto? Certo guadagnerei popolarità e rintuzzerei faziose ed interessate accuse, ma quello che auspico è una transizione nelle cose che funzionano ed un taglio con ciò che è sporco o inefficiente: dietro di me avrò un potere oscuro, silenzioso e temibile che si chiama “gente”. Chi mi conosce sa, chi non mi conosce imparerà quanto sarò determinato a far rinascere Siena.
Eugenio Neri – candidato sindaco di Siena