Gianni Resti invoca un cambio di passo per far rinascere la città. E la politica
SIENA. Da Gianni Resti riceviamo e pubblichiamo.
“Ho seguito con interesse sulle pagine dei quotidiani d’informazione, il dibattito che ha preso vita intorno al possibile futuro della città di Siena. Mi inserisco nella discussione, che ha visto già un nutrito numero di interventi. Lo faccio da ex amministratore pubblico in ambito culturale, in un momento complicato per tutti in cui il presente sembra sormontare l’avvenire e il passato appare, da due mesi a questa parte, come l’ultima effimera e inutile sicurezza alla quale aggrapparsi per il timore di affrontare il futuro prossimo. Ma come sempre il futuro va affrontato e oggi più che mai nel segno di un difficile cambiamento.
Il futuro per Siena non può nascondere il passato. Per le vicende economiche (e non solo) che sono accadute alcuni anni or sono, Siena adesso è più Piccola che grande. La città ha bisogno di recuperare una propria dimensione morale e ha urgenza di conoscere definitivamente i responsabili dell’impoverimento economico, sociale e culturale senese.
L’innalzamento della qualità della vita cittadina presuppone la capacità di saper elaborare progetti e avere a disposizione risorse per le relative realizzazioni. Molte competenze professionali sono ormai volate via e gran parte dei soldi necessari alla qualità e al bene della città, sono finiti non si sa dove, ma certo non sono più disponibili in quantità ragguardevole per la città e per il territorio senese.
Siena ha bisogno di un nuovo rapporto con il territorio. Per realizzarlo in modo corretto vanno demolite le strutture mentali che hanno considerato e continuano a considerare la terra senese figlia di un dio minore. Nel riconoscimento intelligente del valore diverso di Siena rispetto alle altre comunità senesi, il rapporto deve nascere e svilupparsi fra pari, senza supponenze, presunzioni da sempre stonate. Il mancato coinvolgimento delle comunità e dei beni culturali del territorio senese all’interno del programma di Siena candidata europea 2019, grida ancora vendetta.
Siena ha assolutamente bisogno di interagire con il territorio a lei più vicino, non solo in termini urbanistici o demografici ma per una serie di opportunità/necessità che possono essere messe in campo attraverso la ricerca incessante di finanziamenti regionali, nazionali ed europei.
La rinascita di Siena possibilmente grande non solo per il passato, ma anche per il futuro, passa inesorabilmente dal coinvolgimento attivo delle giovani generazioni, che dovranno diventare la nuova classe dirigente cittadina capace di portare avanti un faticoso ma necessario cambiamento lontano dal dirigismo politico e dal quietismo acritico orientato spesso verso il niente.
Come già fatto in passato, mi piacerebbe contribuire alla realizzazione di iniziative concrete per la città e per le cittadine della terra senese ma, con sincera umiltà, non posso essere io sessantacinquenne a lavorare per il domani, come non possono essere, senza offesa, i settantenni o gli ottantenni che, come me, hanno gran parte del loro futuro dietro alle spalle.
Inutile nascondere l’evidenza: a Siena esiste un ampio vuoto politico generazionale, frutto del dirigismo partitico attuato negli ultimi decenni. Buona parte dei giovani senesi non avverte l’impegno civico, pubblico, disinteressato. Nei mesi lontani dal richiamo paliesco, si pensa, al di là dello studio o del lavoro, che a Siena non ci sia niente. A Siena c’è invece molto, basta impegnarsi oltre il consueto. Bisogna sapere che cosa si vuole fare da grandi, lasciando da parte una adolescenza incerta e inconcludente durata troppi anni. Non è sufficiente il cambio della guardia a Palazzo Pubblico per aspirare, ammesso che lo si voglia, a cambiare le cose. Il cambiamento necessita della formazione in itinere di una nuova e diversa classe dirigente politica, che abbia senso di responsabilità individuale e collettivo e che non sia simile a quella precedente per mentalità e modi di fare. Mi aspetto che a decidere di rendere meno piccola la città Siena siano soprattutto i cittadini senesi nelle forme e nei modi che riterranno opportuni. Spero in uno scatto in avanti da parte dei più giovani.
Occorrerà tempo per abbandonare vecchi vizi politici e antiche rendite di posizione. Sarà necessaria una “battaglia” che nessuno a Siena ad oggi, mi pare, abbia gran voglia di combattere. Se si resta fermi, non fiorisce mai nulla, chi agisce per un buon fine, non fallisce mai”.