Duro commento alle notizie di stampa che riferiscono di una cessione di beni per ripianare i debiti
SIENA. “Adesso in vendita finisce indirettamente anche ‘l’argenteria di famiglia’ di Palazzo Sansedoni”. E’ questo il commento della segreteria provinciale Ncd di Siena di fronte alle notizie apparse sulla stampa riguardo al piano industriale di Sansedoni spa, la società immobiliare detenuta per il 67 per cento dalla Fondazione Mps.
SIENA. “Apprendiamo con sbigottimento che la Sansedoni, per ripianare i debiti della società, si prepara a mettere il cartello vendesi su una lunga lista di palazzi di pregio storico e artistico come, ad esempio, Villa Chigi e Palazzo Franci – ricorda Ncd in una nota -. Operazioni che non permetteremo che passino sotto silenzio: in alcuni casi si tratta infatti di palazzi che hanno un valore per il territorio che va ben aldilà del mero calcolo immobiliare. Ed è per questo che i cittadini non possono restare tagliati fuori da scelte così impattanti per le nostre comunità”.
“La messa in vendita degli immobili chiarisce dunque la difficile situazione economica delle realtà che fanno capo alla Fondazione, eppure al tempo stesso il presidente Clarich non ha ancora sciolto il nodo dell’adesione, o meno, al maxi aumento di capitale della Banca. Non si capisce dunque – prosegue Ncd – quale sia la strategia di Palazzo Sansedoni e soprattutto non si comprende quale legame con il territorio si voglia salvaguardare. Le uniche certezze al momento sono infatti la cessione di immobili o la chiusura di esperienza come Siena Biotech con evidente danno per la comunità senese: fermare le macchine o vendere l’argenteria di famiglia per uscire dai debiti, però, non sono certo interventi in grado di dare certezze per il futuro della Fondazione”.
“Da parte nostra – conclude Ncd – chiediamo che si faccia chiarezza una volta per tutte sul futuro della Fondazione Mps e delle sue controllate per salvaguardare innanzitutto il futuro della città”.