SIENA. “Il 2015 sarà un anno decisivo per il Monte dei Paschi: in pochi mesi si decideranno le sorti della Banca e il suo legame con Siena”. Si apre così una riflessione della segreteria del Nuovo Centrodestra alla vigilia dalla risposta di Francoforte sul piano di ricapitalizzazione di Rocca Salimbeni, prevista per il 15 gennaio
“Siamo ormai giunti a poche ore da un verdetto decisivo per il futuro di Mps ovvero se la Banca centrale europea si accontenterà o meno di un aumento di capitale da circa 2,5 miliardi di euro per mettere al riparo i conti del Monte o se invece il tandem Profumo-Viola dovrà rivedere ancora una volta i conti, così come è accaduto dopo la ricapitalizzazione da 5 miliardi della scorsa primavera”, spiega la segreteria provinciale del Nuovo Centrodestra di Siena.
Guardando più avanti, “nella prossima primavera – si legge ancora nella nota diffusa dalla segreteria senese di Ncd – scadrà l’incarico dell’attuale Cda e dunque riteniamo prioritario che si apra una riflessione sui risultati raggiunti dall’attuale gestione, a cominciare da un’analisi sull’anno appena concluso. Un 2014 che ha visto il titolo Mps in picchiata fino a un meno 57%, vanificando l’aumento di capitale da 5 miliardi, ha visto approvare l’undicesima trimestrale consecutiva in rosso e ha visto scivolare il Monte da terza a decima banca per capitalizzazione”.
“C’è poi tutta la questione dei dipendenti e delle risorse umane su cui il giudizio per l’operato del duo Profumo-Dalla Riva è del tutto negativo – ribadisce Ncd Siena -: da un lato le tante professionalità che hanno abbandonato la Banca, dall’altro l’aumento di stipendio per i top manager mai smentito e le voci, su cui vorremmo chiarimenti, di un continuo ricorso a consulenze esterne. Ma soprattutto quello che non ci convince è il fatto che per il futuro non sembrano esserci assunzioni di quei giovani senesi che un tempo erano considerati un investimento per il valore aggiunto intrinseco dell’attaccamento al Monte e alla città”.
“Questo il quadro di una banca ancora in mezzo alla tempesta di cui non si conosce l’approdo. Ancora non sappiamo infatti quale sarà il futuro del Monte ma stando ai rumors mediatici sarebbe entrata nel mirino di Banca Santander grazie al cavallo di troia dell’affaire Antonveneta. Una prospettiva che significherebbe la definitiva rottura di ogni legame con Siena e i senesi che, è bene sempre ricordarlo agli attuali dirigenti di Mps, hanno fatto grande questa banca”, prosegue Ncd.
“Di fronte a questo quadro servirebbe una presa di coscienza collettiva da parte della classe dirigente della città e invece l’ordine è quello di non parlare del Monte. Una ‘regola del silenzio’ di cui è fermo custode il sindaco Valentini. E’ lui che vorrebbe mettere il bavaglio al consiglio comunale con lo slogan che la politica non deve occuparsi della banca: una lezione che non accettiamo perché i danni alla banca sono stati causati dalla cattiva politica chiusa nelle sedi di partito, non dalla trasparenza e dal libero dibattito in consiglio comunale dove è normale che ci si occupi della prima fonte di reddito di una città. O forse a Torino non si dovrebbe parlare della Fiat o a Taranto del futuro dell’Ilva? O forse è meglio non parlarne per non disturbare il manovratore, pari pari come accadeva nel recente e tragico passato?”, conclude Ncd.