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di Augusto Mattioli
SIENA. Fabio Mussi di Sinistra ecologia e Libertà ha fatto una rapida visita elettorale alla Tuberosa, ma prima ha risposto ad alcune nostre domande riguardanti l’economia e la politica. “Il mondo – ha detto – è dentro la crisi economica fino al collo e l’Italia non meno di altri. L’Italia è l’ultimo dei paesi industrializzati per export verso le aree del Brasile, India, Russia e Cina, per import e investimenti di capitale, Un paese che perde posizioni perché la capacità di innovazione è molto più debole. La cosa che mi fa impazzire sono le frasi che si ripetono sempre. Cominciamo a vedere la luce in fondo al tunnel. C’è la ripresa, l’Italia crescerà, il pil aumenterà. Però i salari sono fermi e la disoccupazione è in crescita. Sembrano le previsioni del tempo. Se il Pil aumenta vuol dire che c’è più ricchezza che si accumula. Ma dove finisce? Lo domando al geniale ministro Tremonti. La verità – ha aggiunto l’ex ministro. – è che il problema che abbiamo di fronte è che il capitalismo finanziario predatorio, espressione del presidente della federal reserve Bernake, che ha succhiato enormi risorse dal lavoro umano e dall’ambiente concentrandole in poche mani, è un modello che non funziona più. Porta l’umanità a sbattere. La colpa della sinistra anche in Europa è stata tutto sommato di adattarsi a questa situazione”.
Mussi ha parlato anche della posizione della Chiesa che “ha il diritto di sostenere tutte le sue visioni. Ogni volta però che i vescovi entrano a pie pari nella campagna elettorale qualche brivido mi viene. Comunque non sono convinto i cattolici recedano cosi rapidamente dal conquistato pluralismo delle scelte politiche dopo il concilio vaticano. E nonostante che ora abbiamo un papa reazionario e neotridentino, è difficile però è difficile smantellare quello che il concilio costruì anche nella chiesa. Il problema è nelle coerenze. Penso che i cattolici come votarono per la 194 in massa siano ancora piuttosto favorevoli ad essa”.
Infine Mussi ha risposto alla domanda se la sinistra debba fare affidamento su Fini per far cadere Berlusconi. “Preferirei che Berlusconi cadesse perché la sinistra è tornata ad essere forte, riorganizzata e con un progetto di alternativa capace di battere la destra senza inseguirla sul suo terreno e cambiando l’agenda. Spero che Berlusconi traballi perché l’attuale opposizione si riorganizzi e divenga competitiva e forte Che Fini si distingua e non segua Berlusconi su una via avventurosa e rovinosa per la repubblica è una cosa positiva ovviamente Fini ad un certo punto dovrebbe trarre qualche conclusione visto che non è d’accordo su varie cose. Si deve decidere cosa fare da grande. Non può dire quello che sta dicendo e sostanzialmente seguire la corrente”.
SIENA. Fabio Mussi di Sinistra ecologia e Libertà ha fatto una rapida visita elettorale alla Tuberosa, ma prima ha risposto ad alcune nostre domande riguardanti l’economia e la politica. “Il mondo – ha detto – è dentro la crisi economica fino al collo e l’Italia non meno di altri. L’Italia è l’ultimo dei paesi industrializzati per export verso le aree del Brasile, India, Russia e Cina, per import e investimenti di capitale, Un paese che perde posizioni perché la capacità di innovazione è molto più debole. La cosa che mi fa impazzire sono le frasi che si ripetono sempre. Cominciamo a vedere la luce in fondo al tunnel. C’è la ripresa, l’Italia crescerà, il pil aumenterà. Però i salari sono fermi e la disoccupazione è in crescita. Sembrano le previsioni del tempo. Se il Pil aumenta vuol dire che c’è più ricchezza che si accumula. Ma dove finisce? Lo domando al geniale ministro Tremonti. La verità – ha aggiunto l’ex ministro. – è che il problema che abbiamo di fronte è che il capitalismo finanziario predatorio, espressione del presidente della federal reserve Bernake, che ha succhiato enormi risorse dal lavoro umano e dall’ambiente concentrandole in poche mani, è un modello che non funziona più. Porta l’umanità a sbattere. La colpa della sinistra anche in Europa è stata tutto sommato di adattarsi a questa situazione”.
Mussi ha parlato anche della posizione della Chiesa che “ha il diritto di sostenere tutte le sue visioni. Ogni volta però che i vescovi entrano a pie pari nella campagna elettorale qualche brivido mi viene. Comunque non sono convinto i cattolici recedano cosi rapidamente dal conquistato pluralismo delle scelte politiche dopo il concilio vaticano. E nonostante che ora abbiamo un papa reazionario e neotridentino, è difficile però è difficile smantellare quello che il concilio costruì anche nella chiesa. Il problema è nelle coerenze. Penso che i cattolici come votarono per la 194 in massa siano ancora piuttosto favorevoli ad essa”.
Infine Mussi ha risposto alla domanda se la sinistra debba fare affidamento su Fini per far cadere Berlusconi. “Preferirei che Berlusconi cadesse perché la sinistra è tornata ad essere forte, riorganizzata e con un progetto di alternativa capace di battere la destra senza inseguirla sul suo terreno e cambiando l’agenda. Spero che Berlusconi traballi perché l’attuale opposizione si riorganizzi e divenga competitiva e forte Che Fini si distingua e non segua Berlusconi su una via avventurosa e rovinosa per la repubblica è una cosa positiva ovviamente Fini ad un certo punto dovrebbe trarre qualche conclusione visto che non è d’accordo su varie cose. Si deve decidere cosa fare da grande. Non può dire quello che sta dicendo e sostanzialmente seguire la corrente”.