di Augusto Mattioli
SIENA. Senza voler togliere nulla agli interventi di Gabriello Mancini, Franco Ceccuzzi, Leonardo Domenici europarlamentare ed ex sindaco di Firenze, molta della curiosità per il dibattito sul sistema bancario alla festa del Partito Democratico, svoltasi nella serata di ieri (24 agosto), era per il presidente del Monte e presidente dell’Abi Giuseppe Mussari. E soprattutto per quello che avrebbe detto sulla questione Ampugnano per il quale è stato iscritto dal magistrato nel registro degli indagati, con l’ipotesi di reato di concorso morale in turbativa d’asta e falso.
“Vedo questa vicenda con grande serenità. Ritenendo di non avere nulla di cui vergognarmi, non si può che vivere serenamente. Diciamo che sta dentro il rischio di questo lavoro protempore. Lavorano gli avvocati, avremo prima o poi un giudice che darà un responso”.
Mussari si è dilungato sugli impegni che la presidenza dell Banca e sopratutto dell’Abi comportano. “Il mio tempo personale è occupato da altre cose. C’è la banca Montepaschi per quello che è il ruolo del presidente, c’è l’Abi , che è un lavoro nuovo, complicato, specie in questa fase. Una cosa fatta alla fine di un percorso con grande consenso e con maggiore responsabilità perché quando rappresenti una parte alla fine è paradossalmente più semplice. All’Abi si è creata una situazione generale che mi ha fatto molto piacere. Un appuntamento determinante sarà il rinnovo del contratto che scadrà a dicembre dentro una fase che muterà la natura della distribuzione” .
Mussari ha parlato ovviamente anche della situazione economica. “Siamo in una fase di lenta ripresa susseguente a quella piu' acuta della crisi. Come ogni fase di ripresa e' contraddistinta da alcune contraddizioni dobbiamo tenere pero' fermi quelli che sono i dati macroeconomici piu' evidenti. Comunque siamo in una fase di ripresa rispetto all'anno precedente. I prodotti interni lordi dei paesi crescono, in Europa in particolare quello tedesco mentre quello degli Stati Uniti a fine anno non sara' male. Cio' detto in questa fase contraddizioni, volatilita', cambiamento anche repentino dei prezzi dobbiamo considerarli come conseguenza negativa della crisi appena trascorsa”. Ed ha poi aggiunto che le banche “nel nostro paese hanno retto perché hanno fatto le banche e questo ci hafatto restare quello che siamo. Quando il gioco diventa duro si deve dimostrare che la propria identità non è scritta nell’acqua”.
