La Bce chiede controlli quotidiani sui flussi di cassa
SIENA. La Banca centrale europea tiene sott’occhio il Monte dei Paschi con la richiesta di comunicare ogni giorno il grado di solvibilità, stessa richiesta per Carige, Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Fonti finanziarie di Francoforte hanno riferito che le banche tedesche hanno ridotto le loro linee di credito a quelle italiane.
Oggi (14 marzo) il titolo di Mps viaggia intorno al +7,5: la crescita è motivata dalla speculazione sul riassetto e alle ricoperture di molte posizioni corte da parte degli investitori istituzionali.
L’altro motivo è il ritorno delle ipotesi di matrimonio tra la banca senese Intesa San Paolo e la Cassa Depositi e Prestiti, su cui pare particolarmente attivo il presidente del Consiglio, Renzi. Secondo quanto riportano i quotidiani economici “I contatti avrebbero raggiunto Claudio Costamagna, presidente della Cdp, e il ceo di Intesa Sanpaolo Carlo Messina oltre che le Fondazioni di origine bancaria che sono a loro volta azioniste della Cassa Depositi e Prestiti. L’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo ha sempre smentito un interesse per l’acquisizione, mentre Giuseppe Guzzetti (presidente di Fondazione Cariplo e dell’Acri) ha anche recente espresso perplessita’ sull’ipotesi sottolineando che “è da chiarire se Cdp puo’ mettere i soldi in una banca e a quali condizioni”. A fine gennaio, l’amministratore delegato di Cdp Fabio Gallia in audizione alla Camera aveva negato l’esistenza di un dossier Mps all’esame della Cassa”.
“Il momento per operare il riassetto sarebbe propizio, visto il sollievo (temporaneo) dei mercati e la chiusura dell’esercizio 2015 in utile – si legge ancora -. Non bisogna dimenticare che da inizio anno, il titolo del Monte ha perso la metà del suo valore. Con il governo nel ruolo di pivot, dunque, si cerca di stringere la rete per portare Mps in porti più sicuri, prima di una nuova tempesta azionaria. Gli altri poli dell’intervento dovrebbero essere Claudio Costamagna, presidente della Cdp, e il ceo di Intesa Sanpaolo Carlo Messina, oltre che le fondazioni di origine bancaria che sono a loro volta azioniste della Cassa depositi e prestiti. Un affare del genere sembra complicato visto che per ristrutturare il capitale di MPS bisognerebbe convertire i bond subordinati in azioni. In questo modo si otterrebbero 2,8€ miliardi i quali agirebbero da cuscino per una parte dei crediti in sofferenza. Il problema è che 2€ miliardi di questi bond sono in mano ai correntisti i quali sarebbero riluttanti ad un’operazione del genere e in caso di forzature si incorrerebbe in scenari difficili sia in termini di mercato che politici. Secondo le indiscrezioni, gli attori coinvolti starebbero agendo nel più totale riserbo anche se Renzi, il MeF e i banchieri vorrebbero mettere a posto la situazione MPS prima di eventuali nuove difficoltà dei mercati”.
La Borsa ha reagito alle voci con la risalita di Mps, ma con il calo di Intesa, segno questo che il mercato non vede di buon occhio un acquisto, data la forte esposizione sui crediti deteriorati di Mps.