Viola: "con lo spread a 200 il Monte è banca tra le più capitalizzate"
di Red
SIENA. “Con lo spread a 200 punti base su base omogenea, potremmo diventare una delle banche più capitalizzate”, così ha detto venerdì scorso all’Ansa l’Amministratore Delegato di MPS Fabrizio Viola. Quanto pesano e peseranno ancora quei 24 miliardi di BTp in portafoglio non è quantificabile, perché non è solo una indicazione monetaria, ma anche morale. Viola discetta sulle conseguenze, positive per la banca secondo la sua opinione, della raggiunta intesa con alcuni sindacati che gli ha messo in mano uno strumento operativo di sostanziale via libera a pensionamenti ed esternalizzazioni. Anche senza la firma di Fisac-Cgil e Dircredito ci sarà un’accelerazione nella realizzazione del piano industriale, che prevede di continuare a chiudere filiali fino a 400 nel 2015. E con l’esternalizzazione delle attività di back office e l’utilizzo del fondo di sostegno al reddito, finanziato dagli stessi lavoratori, si raggiungerà il traguardo della riduzione dei costi.
Le polemiche sindacali non toccano il manager, semmai più interessato all’allarme dell’Abi sulle sofferenze: “È un elemento di criticità che rende più complessa la nostra azione di rilancio. Siamo comunque attrezzati per gestirlo”. I profani dei segreti della finanza troveranno strano come sia così labile il confine tra una banca in salute e una in gravi difficoltà, se non addirittura in stato pre-fallimentare. C’era la capacità di comprare Antonveneta, ma si faceva un aumento di capitale. Non c’erano problemi, e si sottoscrivevano i Tremonti bond. Si fa un ulteriore aumento di capitale da due miliardi, così si restituiscono i bond al ministero delle Finanze. Non solo non si sono restituiti, non solo si sono bruciati due miliardi in un amen, ma si è dovuto subire la riduzione del patrimonio borsistico fino all’onta dei 14 centesimi di euro per azione. E adesso Viola parla di riuscire a fare a meno dei Monti bond ancor prima di averli ricevuti.
Secondo l’AD, MPS si impegna prima di tutto a “ricreare più rapidamente possibile le condizioni di economicità che consentano di ripagare per cassa gli interessi” con l’obiettivo di “una situazione patrimoniale in cui possa fare a meno di questo supporto governativo”, dato che, se lo spread continuerà a calare, si ridurrà “quella riserva negativa (la richiesta dell’Eba del buffer patrimoniale), che è stata la principale causa della richiesta” dei Monti bond. “Stiamo raccogliendo i frutti”, ha aggiunto Viola per corroborare la sua tesi “anche del taglio dei costi, soprattutto amministrativi, che affiancano quelli del costo del personale e non solo. L’intensità di attività commerciale registrata nella seconda parte del 2012 continua ed è buon segnale per l’inizio del 2013”.
Il prossimo 28 dicembre un altro tassello del Piano Industriale andrà al suo posto. Saranno infatti firmate, il giorno seguente l’approvazione dell’assemblea straordinaria della banca astigiana, le ultime carte che sanciranno il matrimonio tra la Cassa di risparmio di Asti e Biverbanca (Cassa di risparmio di Biella e Vercelli). Quel giorno sarà infatti definitivamente conclusa l’operazione di acquisizione della partecipazione di controllo – pari al 60,42% – di Biverbanca da parte della banca astigiana, che ha recentemente ottenuto le relative autorizzazioni da parte dell’Autorità di vigilanza e della Banca d’Italia. 203 milioni nelle casse di Monte dei Paschi di Siena (da non paragonare ai 390 milioni versati da Mussari nel 2007 per rilevare l’istituto da banca Intesa): ce la venderanno come una plusvalenza?