Morgan Stanley ritocca al rialzo il target price del Monte
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di Red
SIENA. Titolo MPS in leggero calo in Borsa -1,17% a euro 0,3379, come di prammatica in una giornata in cui sono successe diverse cose. Il downgrade di Fitch, con cui ieri eravamo andati a letto, è stato digerito nelle prime battute di contrattazione. Si sono rincorse notizie che davano certa l’approvazione Eba sui piani di Rocca Salimbeni, Ubi banca e Banco Popolare, prima ancora che iniziassero ad esaminare le carte in sede europea. Diamo tempo al Board of Supervisors di darci motivazioni plausibili per questo ok che appare inevitabile in chiave politico-finanziaria, prima, visto che il Financial Times aveva espresso un parere negativo che subito l’Eba si è affrettata a smentire. In tarda mattinata è arrivata la conferma che le banche sopra citate potrebbero sfruttare l’assist della Banca d’Italia sul buyback. L’istituto di Via Nazionale, infatti, ha concesso alle banche italiane di ricomprarsi vecchie obbligazioni proprie, emesse per lo più sui mercati secondari, utilizzando i finanziamenti all’1% ottenuti dalla Bce, e senza dover emettere nuovi titoli di debito. Titoli in questo momento in forte perdita, che per Unicredit, prima banca a fiondarsi sulla cosa lo scorso 24 gennaio, ha significato una plusvalenza lorda di 530 milioni di euro. Per MPS gli analisti stimano, con una adesione del 75% al programma di riacquisto, una plusvalenza lorda di 566 milioni che valgono 51 punti base di Core Tier.
Morgan Stanley ha ritoccato al rialzo il target price di Rocca Salimbeni da 0,25 a 0,35 euro. Ma in fondo alla seduta di Piazza Affari nemmeno il calo dello spread BTp-bund a 363 punti base, unito alle cattive notizie sugli utili di UBS e le incertezze sulla crisi greca (che mette in ulteriore difficoltà il Portogallo, prossimo paese sotto schiaffo di default), non hanno permesso al titolo senese di ritornare al segno positivo: buon per i Fondi di investimento che stanno rastrellando azioni.
Il Fatto Quotidiano scrive che il finanziere Romain Zaleski (quello che si è comprato il palazzo del Monte in Via dei Normanni a Roma per intenderci), è talmente indebitato con le banche da aver ottenuto un finanziamento di 11 milioni di euro “sia pure sotto forma di scoperto di conto corrente, dove paga l’euribor giornaliero più uno spread dello 0,7%”. Un tasso che qualunque industriale italiano, o commerciante o artigiano se lo possono scordare, visto che per l’istituto di credito concedente è praticamente a rimessa. Il Monte dei Paschi deve avere da questo signore 230 milioni di euro di cui 50 NON garantiti.
Se poi la qualità dei crediti è ampiamente deteriorata, come è pacifico per tutti gli analisti che si sono avvicinati al titolo MPS negli ultimi mesi, qualcuno su nei piani alti dovrebbe chiedersi il perché. La defaillance bancaria senese poggia su tanti fattori critici che, con in tasca i famosi 10,1 miliardi pagati per Antonveneta, oggi si potrebbero tranquillamente minimizzare.
Antonio Vigni, secondo Rosario Dimito de Il Messaggero, sta attivamente partecipando alla rinegoziazione dei debiti della Fondazione MPS: è stato formalizzato a che titolo? Così Il Foglio tratteggia le mosse del sindaco di Siena stigmatizzando l’influenza nefasta della politica nelle Fondazioni per controllare le banche: il malvezzo non è solo senese, il sindaco Tosi a Verona ne sa qualcosa con Cariverona e Unicredit. Ad aprile verrà sostituito Mussari alla presidenza di Rocca Salimbeni, e forse andrà via anche il vicepresidente Rabizzi. I due, nel 2010, secondo i dati pubblicati nella Gazzetta Ufficiale, hanno conferito al PD di Siena rispettivamente 100 e 75 mila euro. E tra le novità del giorno non manca la voce sul sostituto di Caltagirone nel cda della Banca: dovrebbe trattarsi di Mario Delfini della Vianini Lavori, collaboratore dell’imprenditore romano. Il cda dovrà cooptarlo come un nuovo membro, che resterà in carica per circa due mesi: fino alla scadenza di tutto il consiglio prevista per la prossima assemblea di aprile che approvera’ il bilancio 2011.