di Red
SIENA. Apprendiamo con comprensibili due anni di ritardo e enorme cautela d’analisi che anche Affari e finanza de La Repubblica è arrivato alla nostra stessa conclusione di allora. L’avvento del Tandem è stato propedeutico per un risanamento a spese della collettività che porterà la svendita della banca MPS a un investitore straniero chiamato pomposamente “cavaliere bianco”. Quel genere di cavaliere che abbiamo sentito a proposito dell’Alitalia, per un nuovo padrone che guarderà solo alle sue personali convenienze e chiuderà rami di attività come un Thyssen o un Alcoa qualsiasi. Nell’indifferenza dei governanti italiani che – non avndo un’idea di cosa sia una politica industriale nazionale – hanno lasciato via libera sine conditio a tutti gli industriali che operano in Italia, e l’esempio della Fiat ne è quello indiscutibilmente più chiaro.
Per cui l’ulteriore aumento di capitale da 2,5 miliardi – di cui nessuno vuol prendersi la responsabilità di non aver compreso a suo tempo la necessità e ovviamente così togliere il disturbo – servirà a rimborsare il miliardo di Monti bond che ancora sono in carico a Rocca Salimbeni per 1,071 mld, il capitale mancante per 1 mld, oltre a un tesoretto di 400 milioni per le emergenze che si profileranno. Ma basta qualche giorno di osservazione per capire che i mercati già adesso giudicano insufficiente la manovra perché, nell’istituto in cui chi sbaglia non paga mai, i buchi aumentano a rotta di collo. Ma c’era almeno un banchiere di professione a Siena nel buglione dei nominati del partito attraverso la Fondazione?
La Repubblica, a firma Adriano Bonafede, conclude che, essendo stata incorporata Antonveneta quest’anno, non c’è la volontà dello spezzatino ma tutto sarà ceduto al miglior investitore. Quali sono però le criticità che stanno arrivando a definizione? Oggi appena due. La prima si chiama Sansedoni. È stata convocata per venerdì 28 novembre l’assemblea ordinaria e straordinaria della partecipata (al 21,8% dalla banca, al 67% dalla Fondazione MPS e all’11,2% dalla cooperativa Unieco). attiva nel settore immobiliare e impegnata da qualche mese in una delicata rinegoziazione di un debito di oltre 200 milioni. La moratoria delle banche finanziatrici tra cui lo stesso MPS consentirà l’approvazione tardiva del bilancio 2013, la quasi certa riduzione del capitale per coprire le perdite se non addirittura il concordato preventivo. In ogni caso perdite sostanziose, e non si sa a chi ascriverne le responsabilità, more solito.
La seconda criticità che ri-mettiamo all’attenzione è una nota di Kepler Cheuvreux, che dice “Ci aspettiamo che il tentativo di ristrutturazione di Monte dei Paschi sia di nuovo a un punto morto nel terzo trimestre, nonostante l’ulteriore riduzione dei costi, -5,1% su base annua a 661 milioni di euro, e la stabilizzazione dei ricavi, +0,4% su base annua a 1.029 milioni, anche se supportati dal rimborso di 3 miliardi di euro di Monti bond, -6,5% al netto di questo”. Quindi presentazione di trimestrale in rosso per 721 milioni “per accantonamenti a 1,25 miliardi di euro (+134% su base annua, +64% su base trimestrale) e 310 milioni di euro di oneri di ristrutturazione legati ai licenziamenti. Sarebbe un bell’esercizio di critica finanziaria il nostro, se non ne conseguisse un sentimento di precarietà nel futuro per chi lavora con la banca, dipendente o cliente che sia, e ben espresso dal tentativo di suicidio di un dipendente oggi a Padova. E un vivo sentimento di precarietà per il futuro della città, con tanti giovani che preparano la valigia di cartone per trasferirsi a lavorare altrove, grazie alla conduzione del binomio città-banca degli ultimi venti anni. Valigie di cartone: il bancomat della Fondazione non aveva mai regalato valigie vere per il futuro negli anni del consenso.