Invece il regalo è andato ad Intesa, che si pappa solo il buono rimasto. I debiti? Al popolo
di Red
SIENA. Sono ormai 25 anni che il governo Craxi è caduto in quella stagione chiamata “Tangentopoli” ma il flusso di trasferimento di beni pubblici a privati con le scuse più risibili possibili non si mai fermato, toccando l’apice con le cosiddette “privatizzazioni”. Quella del settore bancario, ad esempio, portò allo scempio delle Fondazioni, messe in mano a politici inadeguati sia tecnicamente che moralmente, e a mettere in ginocchio istituti di credito plurisecolari che pure ne avevano viste di tutti i colori.
Adesso, i soliti politici con la scusa di salvare il salvabile, hanno messo in piedi un’operazione che arricchisce un privato, Banca Intesa facendo pagare il conto di Veneto Banca e Popolare di Vicenza allo Stato italiano (cioè a noi cittadini) fino alla bella cifra di 17 miliardi. Che poi Padoan vada a dire in giro che saranno recuperati grazie alla vendita degli asset attivi delle due banche è tutto da vedersi, ma certo, se sarà come per i conti dell’Expò di Milano, non sapremo mai la verità e comunque mai in tempo utile per provvedere a rimediare.