Spopola la candidatura di Gronchi. Lasciò un segno indimenticabile
di Red
SIENA. Forse la ricandidatura Mussari come nuovo amministratore delegato MPS sta tramontando, perchè si fa strada sempre più prepotente la candidatura alternativa, per la componente ex-Margherita del PD senese, di un cavallo di ritorno come Divo Gronchi. Passi per Roberto Barzanti presidente agl’Intronati, ma di certo i cittadini non sentivano necessaria anche a Siena l’esigenza tutta italiana del “Vecchio che avanza”.
Lo scrive oggi Il Sole 24 Ore, lo scrive oggi la Stampa, l’avevamo anticipato anche noi tre giorni fa, senza insistere, in attesa di conferme che arrivano adesso. Dunque per Gabriello Mancini, secondo La Stampa, “l’ex a.d. di Unicredit sarebbe troppo lontano dalla cultura e dal territorio senese ed eccessivamente ingombrante per il futuro amministratore delegato, Fabrizio Viola”.
Perciò il settantatreenne pisano direttore generale della Cassa di Risparmio di San Miniato, con già 42 anni di carriera in banca MPS cominciata in Banca Toscana, ritrova la via di Siena. Certamente uno stipendio ingombrante in meno significherà circa 200 dipendenti in esubero “in meno”, e la notizia sarà ben accolta in tutte le filiali del gruppo, perché i tagli, specie quando sono orizzontali colpiscono indiscriminatamente Siena come Mantova, Biella come Padova.
Casualmente Divo Gronchi lasciò Rocca Salimbeni nel 2000, all’epoca della prima chiacchieratissima acquisizione “sbagliata”: la Banca 121. Dopo aver reso ricchissima la famiglia Semeraro (presidente di calcio) e le altre due famiglie proprietarie della banca salentina (MPS pagò banca 121 – o Banca del Salento che dir si voglia – 2.500 miliardi di lire), il posto gli fu soffiato proprio da quel Vincenzo De Bustis che da direttore generale a Lecce si trasferì a Siena.
Ci sembra un ritorno all’antico che sa un po’ di stantìo e suscita cattivi ricordi: ancora non sappiamo l’entità del buco che causò quell’acquisto ritenuto sconsiderato nei commenti di tutti negli ultimi dieci anni. Dovremmo riprenderci davvero il suo protagonista?
Certamente la definizione della nuova compagine societaria del Monte dei Paschi – come scaturirà dalla vendita sotto capestro (“le forche caudine” della storia finanziaria senese”, ha detto qualche commentatore) del 15% delle azioni in portafoglio alla Fondazione MPS – fornirà le precise indicazioni su chi sarà il nuovo presidente di Rocca Salimbeni. Ma i cittadini si aspettano di vedere in quella poltrona la rappresentazione del cambiamento di rotta, di stile, di uomini e di competenza. E anche di dignità.