E il ministero della Difesa compra 19 Maserati blindate. Blu, si suppone
di Red
SIENA. La grande illusione è durata appena 24 ore. Gli analisti hanno guardato le proposte del vertice europeo e venerdì hanno deciso di passare all’incasso dell’euforia del giovedì. Mai l’azione della speculazione era sembrata cosa così ovvia. Sia mai che la prossima settimana la borsa, priva di annunci, sia in netto peggioramento! Iniziamo dall’Italia. La lettera di intenti del governo di Roma è apparsa subito come quella di Totò e Peppino alla malafemmena (senza ironia sulla signora Merkel), abborrocciata perfino nell’italiano. Solo una data entro cui realizzare rimedi più che riforme l’ha salvata dal macero. I sorrisini di Sarkozy per depistare dalla crisi delle banche francesi e dall’esplosione del debito pubblico di Parigi, le mezze parole della cancelliera tedesca per dissolvere le paure sulla tenuta dell’export germanico e la solvibilità dei suoi istituti di credito. E Bini Smaghi usato come arma di distrazione di massa. La riprova si è avuta anche con l’asta dei BTp decennali, che sono stati piazzati con rendimenti superiori al 6% (mai successo da quando c’è l’euro), tetto limite del successo di una manovra economica che punti alla crescita e non alla recessione.
La caduta dell’ 1,78% di Piazza Affari, con tutti i bancari negativi è la conseguenza ovvia. MPS ha chiuso le contrattazioni con -4,81% a euro 0,36. Si è salvata solo Banca Intesa, che non ha ricevuto alcun ordine di ricapitalizzazione dall’asse francotedesco. Le ragioni delle banche italiane sulla sottostima dell’Europa sono legittime. Gli altri hanno il peso del debito pubblico greco da tagliare a metà, le nostre banche no, ma i criteri di messa in bonis devono essere gli stessi, perché il nostro governo non si è curato di seguire la cosa, anzi ha evitato accuratamente di intervenire e di fare gli opportuni distinguo. Se non si considerasse a rischio il debito pubblico italiano, l’esigenza di ricapitalizzazione degli istituti nazionali sarebbe uguale a zero. Il debito pubblico nazionale viene considerato a rischio proprio perché la guida politica in Italia è considerata approssimativa e incapace di capire e governare i fenomeni di finanza ed economia che stiamo affrontando. Questo è il giudizio dei mercati, questa è l’origine dei sorrisini ironici. Anche le dichiarazioni estemporanee televisive vengono catalogate come espedienti da baraccone in tutto il mondo.
Ora veniamo al Monte dei Paschi. Tralasciamo gli analisti (tipo Kepler) che stimano a zero gli utili per l’anno in corso, dopo le svalutazioni dei titoli di stato in portafoglio. I 3 e passa miliardi di ricapitalizzazione richiesti dall’Eba sono stati contestati duramente in un comunicato stampa senza la firma del presidente. In quella sede si è parlato di titoli fresh e di tecnicismi contabili. Bene. Non si è detto però che l’istituto non è in grado di rimborsare i Tremonti bond, come promesso a luglio da Antonio Vigni, quindi almeno i due miliardi che stiamo menando da primavera occorreranno di sicuro. Non si vede alcun cavaliere bianco all’orizzonte, e ci aspettiamo bizantinismi contabili dalla prossima trimestrale. La liquidità è sicuramente insufficiente, i mutui rimandati indietro oppure approvati ma senza erogazione sono una prova tangibile.
In Grecia si festeggia con indice di borsa in salita del 5,15%. Con lo sconto del 50% sui debiti, pare facile brindare… Bisognerà che l’Efsf sciolga ancora i nodi dubbiosi sulla metodologia d’intervento, calmierando di conseguenza gli spread di Italia e Spagna. Ed per finire una buona notizia: per reagire alla stretta economica del presidente del consiglio, il ministro La Russa e il suo ministero della Difesa si sono comprati ben 19 Maserati blindate. Avevamo scritto che il bilancio della Difesa, di circa 24 miliardi di euro, si poteva tagliare. Prima che qualcuno potesse crederci, hanno provveduto alla spesa (117.361 euro di listino quando montano il V8 di 4,2 litri e 400 CV). Ogni commento è superfluo, notizie così fanno sbellicare dalle risa il mondo intero. E pare che il ministro, con la consueta classe abbia risposto alla contestazione sulle aspesa: “E allora? Chi si lamenta ora avrebbe dovuto farlo prima quando c’erano le Audi. Le Maserati acquistate costano meno e sono italiane”.
Grazie per aver pensato al rilancio dell’industria italiana. Quella del lusso, ovviamente.