Sembra aggravarsi la posizione di Mussari
di Red- foto di Corrado De Serio
SIENA. Pare che gli interessati abbiano smentito oppure affermato di non sapere nulla. La voce e gli scritti della stampa della possibile iscrizione del presidente dell’Abi Giuseppe Mussari nel registro degli indagati ha fatto il giro della città, ma gli inquirenti non hanno commentato l’indiscrezione in alcun modo, così non hanno trovato conferma che l’ex sindaco Franco Ceccuzzi sia stato interrogato dalla Guardia di Finanza come persona informata sui fatti. Ma potrebbe capitare nche oggi. Naturalmente per la vicenda Antonveneta e i passaggi della sua acquisizione al gruppo MPS tra la fine del 2007 e la prima metà del 2008. Addirittura i conti fatti da Il Giornale ci dicono che la banca padovana non è stata pagata 9 miliardi di euro come allora affermò Mussari, ma ben 17 perché nei bilanci figuravano debiti e finanziamenti concessi ad Antonveneta dal proprietario Santander per non farla fallire e vanificare così i 6,6 miliardi spesi per rilevarla nell’Opa su Abn Amro. Altro che fantaeconomia! Ma i rumors sono stati sufficienti a Elio Lannutti, battagliero senatore IdV e presidente di Adusbef, per chiedere pubblicamente le dimissioni dell’avvocato di Catanzaro: “Il fatto che banchieri indagati o rinviati a giudizio per reati gravissimi, siano sempre più numerosi come l’ex ad di Banca Intesa Corrado Passera, il numero uno dell’Abi Mussari, o del presidente di Mps Alessandro Profumo, che continua a dare lezioni di moralità, dovrebbe indurre i protagonisti ad una riflessione e la Banca d’Italia ad assumere coraggiose iniziative conseguenti”.
Grave l’affermazione sulla dubbia moralità che accomuna il vecchio e il nuovo presidente di Montepaschi, e che li accomuna nell’opinione della gente e dei senesi, visto che vengono ritenuti due esponenti politici dell’area PD, che controlla e non vuole mollare in alcun modo la presa sulla banca, alla faccia della “senesità” conclamata che, di facciata, per 17 anni ha illuso un popolo che riteneva il Monte espressione della città. In tempi diciamo berlingueriani si sarebbe assistito a un moto di sdegno popolare da provocare immediate dimissioni, oggi si fanno spallucce o si dichiara di non aver letto i giornali. Banca d’Italia, Consob e il Ministero dell’Economia non hanno nulla da dire in proposito: eppure il governo dei tecnici dovrebbe essere libero dalle pastoie della politica.
Siena si rivela così essere solo ed esclusivamente un feudo elettorale (bielorusso) che ha permesso a un partito di far eleggere senza paura i suoi maggiori esponenti da Giuliano Amato a Franco Bassanini, e svelato che gli anni d’oro con il calcio in serie A e il basket protagonista del record di sei scudetti consecutivi nascondevano una distruzione di valore che verrà pagata per molto tempo dal territorio e ben difficilmente dai suoi ormai conclamati dissestatori (anche perché dall’acquisto di Antonveneta sono già passati cinque anni e in Italia la prescrizione avanza a passi da gigante).
Nella notte chi si attendeva un “tintinnar di manette” è andato deluso : le carte prese in Fondazione dalla Guardia di Finanza anche giovedì scorso (altra notizia trapelata nonostante l’ovvio mutismo dei protagonisti che però non hanno ancora smentito), potrebbero aver dato la certezza alla Procura che non si possano inquinare le prove. Invece, fatti due conti, i dipendenti della banca scopriranno che più del 10% dei tagli chiesti dal Piano Industriale del Tandem si possono fare senza licenziare nessuno: infatti sembra che le sponsorizzazioni sportive abbiano inciso, negli ultimi cinque anni, per un valore complessivo superiore ai 70 milioni di euro, per la gioia dei tifosi (e il contorno delle stucchevoli polemiche fra calcio e basket su chi meritasse più quattrini …) e l’immagine della locale nomenklatura politica onnipresente in tribuna Vip.