Mancano otto giorni alla semestrale MPS: il momento è delicato
di Red
SIENA. IL titolo MPS nel pomeriggio verso le 16:00 è stato sospeso, con un teorico -6,84% sul groppone. La punta della disfatta dei bancari, alla fine delle contrattazioni, era però appannaggio di Banca Intesa, che porta a casa un gravissimo -9,26%.
Basta un alito di vento e la paura irrompe nelle borse mondiali. Le notizie buone fermano l’emorragia, quelle cattive riaprono le ferite purulente, ma oggi le informazioni hanno girato solo ed esclusivamente in basso.
Ieri i mercati si erano presi un giorno di riposo. Breve riposo. I timori del rallentamento della crescita economica in Europa e negli USA, ben rappresentati dai dati negativi di Fiat, sono stati confermati dall’apertura di New York con il Dow Jones esordire con -3%, che sconta anche i cattivi dati macroeconomici a stelle e strisce diffusi alle 14. Morgan Stanley e Goldman Sachs hanno diffuso report in cui vedono al ribasso le stime della crescita mondiale, mentre del vertice franco-tedesco sono rimaste per la speculazione solo le minacce di una Tobin Tax, tanto cattiva a dirsi quanto farraginosa ad applicarsi.
Tra ieri e oggi si sono manifestati timori di difficoltà delle banche americane ritenute eccessivamente impegnate nel vecchio continente, Citygroup e Bank of America in particolare. La Federal Reserve ha avviato anche un normale controllo, che si presta a diverse letture, sulle filiali americane di banche europee, ma gli analisti lo hanno interpretato negativamente. Si sospetta anche un rallentamento delle economie del BRIC, i quattro paesi emergenti, lo yen forte non paga alla borsa di Tokyo, e in generale le asiatiche hanno chiuso al ribasso. Intanto sempre negli USA, come in Italia presso la procura di Trani per diffusione di false notizie sul debito italiano, il Dipartimento di Giustizia sta indagando sull’agenzia di rating Standard & Poor’s per aver assegnato nel 2008 giudizi impropri sui titoli tossici che dettero inizio alla crisi finanziaria.
All’origine dell’indagine sembra esserci il conflitto di interessi tra gli analisti della società e il management dell’area business che non avrebbero visto di buon grado l’intenzione dei primi di abbassare il rating sui “mortgage bond” , le obbligazione garantite dai muti immobiliari che fecero scoppiare la bolla. La Sec (società di borsa statunitense) da parte sua sta cercando le prove di un possibile insider trading provocato dalla decisione di S&P di togliere la tripla A al debito americano… speriamo sia la volta buona che i governi comincino veramente a regolamentare il settore delle agenzie di rating, che fanno e disfano tutto a spese di stati e cittadini. Non abbiamo bisogno delle indagini della Guardia di Finanza per avere dubbi pesanti sulla titolarità di queste istituzioni a esprimere valutazioni sulla solidità e solvibilità finanziaria degli Stati e financo delle imprese.
Dicevamo che il titolo MPS è stato riammesso e ha chiuso le contrattazioni a euro 0.4504 con un eloquente -6,13%. I peggiori in assoluto Fiat Industrial (-13,31%) e Fondiaria-Sai (-12,35%). Al FTSE Mib non c’è stato un titolo su cui rifugiarsi.
La debacle delle borse mondiali ha visto protagonista negativa anche la piazza londinese: un baratro di -4,49%, e complessivamente nella seduta di oggi in Europa si sono bruciati la bellezza di 298 miliardi di euro circa di capitalizzazione. Nel marasma che ha visto anche un leggero calo dell’euro sul dollaro (1,432), si è salvato lo spread tra il Bund e il BTp italiano, rimasto intorno al 286 punti base, segno che il lavoro della Bce continua in silenzio e in profondità: speriamo che non ci sia bisogno di superare la soglia oltre la quale il mercato potrebbe chiedere il rendiconto all’istituto centrale europeo.
A Siena, nel frattempo, tutti tacciono.
Mancano otto giorni alla presentazione della semestrale, e tutte le bocche sono cucite, non si sentono anticipazioni. Una semestrale pericolosa: se dovesse rispettare il piano industriale e le attese degli analisti, non succederà niente di positivo per il titolo. Ma solo un’ombra negativa avrebbe un effetto devastante, a Rocca Salimbeni lo sanno bene. Inoltre sapremo se i Tremonti bond verranno rimborsati anticipatamente: lo scorso 15 luglio, in conference call, il direttore generale di Banca MPS aveva dichiarato: “Entro tempi brevi inoltreremo la domanda alla Banca d’Italia per il rimborso dei Tremonti bond”. E’ già passato un lungo mese, in cui è successo di tutto, compreso l’aver bruciato il ribasso della borsa una bella fetta di valore monetario dell’aumento di capitale appena realizzato. Finora l’attendismo dei vertici senesi non ha mai pagato: dall’acquisto di Antonveneta all’ultimo aumento di capitale tutte le operazioni sono state realizzate in momenti negativi di mercato. Molti analisti hanno lodato, per esempio, la scelta di Intesa che ha fatto il suo aumento di capitale oltre un mese prima di MPS godendo di un contesto più favorevole. Non vorremmo che si stia trattando sottobanco, con il governo, condizioni migliori sui tassi da pagare a Tremonti (francamente troppo cari per non dire “quasi usurai”), come avevamo auspicato qualche giorno fa per migliorare la liquidità della banca. Detto all’ultimo momento, e magari in sede di presentazione di semestrale, suonerebbe come una campana a morto per i mercati.