La storia degli ultimi anni dice che i rumours sul Monte si sono rivelati "quasi sempre" veri

di Red
SIENA. L’evoluzione della situazione in casa Monte dei Paschi e l’azione combinata tra le anticipazioni più o meno vere sull’esito degli stress test della Bce e la speculazione finanziaria, tanto da aver fatto accendere un faro dalla Consob (che non avrà conseguenze, come sempre), fanno però ritenere ai più come sia stata greve e approssimativa la gestione dell’aumento di capitale fatto dal Tandem per cinque miliardi.
Che all’inizio erano tre, non si dimentichi, e alla fine arriveranno a sette. I veri perdenti in tutta questa vicenda sono i piccoli azionisti che, come è noto, sono vittime predestinate dei grandi raiders secondo le leggi italiane che non li tutelano per nulla. Infatti i vari Blackrock, Patual, la stessa Axa, storica azionista del Monte, aspettano solo che, dopo la fine della ripulitura dei bilanci – che graverà ovviamente sullo Stato italiano – la banca sia venduta al miglior offerente per incassare ricche plusvalenze per i loro azionisti e per gli stipendi dei loro general managers.
Perché è consuetudine, per chi arraffa tutto, pagare un premio a chi vende superiore al valore in borsa. Ma non ci scandalizziamo. Questo è anche l’andazzo a Siena, città che assiste senza reagire e senza sdegnarsi se non nei crocicchi nervosi di Banchi di Sopra. Con un Mussari premiato con un posto all’Abi, un Minucci premiato con la presidenza di Legabasket, un Sacco per cui si chiede ad alta voce e senza vergogna, dopo l’ennesimo fallimento chiamato Siena 2019, un posto al Santa Maria della Scala, cosa ci si deve attendere?
Solo l’atto finale del furto di una banca che è stata governata dai senesi per oltre 500 anni e cui è stata scippata con la famigerata legge Amato (un tizio eletto a Siena al Parlamento evidentemente senza riconoscenza alcuna) che istituiva le Fondazioni bancarie, con la quale nel 1995 è stata ceduta alla congrega del partito che diceva di agire in nome dei senesi invece faceva affari perfino con l’opposizione come i tanti scandali succedutisi negli ultimi anni hanno puntualmente verificato.
Rimane curioso il fatto che bipartisanamente la stampa cartacea, che sui fondi pubblici ingrassa e sopravvive, continui a raccontare la favola dei senesi dilapidatori. 20 anni di bugie ci hanno propinato questi signori raccontando le belle gesta del “Sistema Siena”: un gruppo di tiranni che ha distrutto tutto per ingordigia e incapacità e per sostenere in tutta Italia l’apparato politico e affaristico, lasciando alla fine solo debiti alla Fondazione grazie a un manipolo di maramaldi locali. E il fatto che la magistratura voglia contestare a uno di loro di avere messo in qualche modo le mani nella marmellata ci apre un mondo di verità tutte da scoprire.