Siena e la rivoluzione epocale guidata dalle analisi di Goldman Sachs
di Red
SIENA. Grande eco sulla stampa nazionale, il mercoledì 22 febbraio, per la novità nell’azionariato di banca MPS. Non stiamo parlando di grandi famiglie industriali ammaliate dai report di Mediobanca o di Rothschild, di hedge found o private equity. Stiamo parlando delle associazioni ‘civiche’ che puntano a coagulare ex dipendenti, pensionati e altri cittadini per dar vita a una associazione di piccoli azionisti che giovedì si costituisce con atto notarile. ”Secondo alcune stime – spiega Romolo Semplici, uno dei promotori, famoso in città per i suoi interventi, inascoltati, nelle assemblee della banca – si potrebbe raccogliere un 6-8% di possesso di azioni del Monte dei Paschi. Noi vogliamo radunare questo pacchetto per fare un controllo sulla banca e anche avere la possibilità di nominare un membro del Consiglio di Amministrazione, magari già dalla prossima assemblea, anche se i tempi sono strettissimi”. La prima uscita pubblica è la conferenza stampa in programma per il 29 febbraio. Per raggiungere un risultato analogo si sarebbero mobilitati anche i sindacati del tavolo unitario – Cgil, Cisl, Uil, Fabi, Dircredito e Ugl – che vorrebbero rivitalizzare l’Adamp (associazione dei dipendenti azionisti del Monte dei paschi) con l’obiettivo, anche loro, di avere una voce unitaria in assemblea. Questo secondo una “fonte sindacale”, che ritiene dipendenti e pensionati del Monte avere in mano una quota della banca pari al 4,5 – 5%. Sempre sperando che non siano fiancheggiatori del “Sistema Siena”…
Accompagnato da immagini sorridenti, il comunicato della Fabi di martedì scriveva con un certo sussiegoso trionfalismo, a proposito della volontà della banca di razionalizzare 70 sportelli, che “Non ci sarà nessun trasferimento senza il consenso dei diretti interessati e nessun demansionamento. Il progetto di razionalizzazione non avrà così alcun impatto sui circa 70 lavoratori coinvolti”. Vedremo cosa ci sarà da sorridere con il nuovo bubbone scoppiato col CdA di mercoledì. E intanto, nonostante le altalene borsistiche, il titolo MPS continua a guadagnare terreno. Alla chiusura di borsa +1,60% a euro 0,3991. E se veramente ci saranno 1.500 licenziamenti (secondo i rumors senesi), avrà di conseguenza un balzo ulteriore all’insù: sono proprio i dipendenti le prime e più costose spese che si mangiano l’utile da distribuire agli azionisti, e da sempre i mercati apprezzano il taglio del personale. La giornata di borsa del giovedì 23 si annuncia contrastata, ma le voci sulla Fondazione MPS che, spalle al muro e senza alternative, è costretta a svendere il 15% delle azioni della banca in suo possesso (possiede praticamente solo quello, le altre partecipazioni o sono state alienate o stanno per esserlo -ndr) per non essere dichiarata insolvente probabilmente sosterrà una nuova salita del titolo, verso il target price indicato da Goldman Sachs.