Una settimana con un burrascoso inizio mette in pericolo la rotta calcolata dal Tandem
di Red
SIENA. Report e Berlusconi sono i nemici di MPS? Vedendo le aperture di borsa del lunedì mattina, con il titolo della banca senese sospeso dagli scambi dopo aver perduto in poco tempo oltre il 6%, verrebbe quasi da pensarlo. Se non che, dopo aver masticato l’aggiornamento della puntata che Milena Gabanelli aveva già riservato a Rocca Salimbeni nella scorsa primavera, ci abbiamo letto la conferma di quanto andiamo a dire da tempo. Cioè che una consorteria di persone ha gestito la banca in un modo che potremmo definire, benevolmente, approssimativo, mettendosi sempre più in un vicolo cieco da cui ha tentato di uscire con il colpo del gambler d’esperienza. Giocarsi alla roulette dei derivati i famosi 25 miliardi di titoli di Stato nella speranza che il tasso variabile schizzasse all’insù. A furia di raccontare che certi prodotti finanziari erano convenienti per la clientela ci hanno creduto loro stessi; non era vero quasi per nessuno, se non per i due principali protagonisti che ne sono usciti fuori bene, tanto che uno siede sulla poltrona dorata dell’Abi e l’altro, con la liquidazione in tasca, sembra che sia uso fare il consigliere della Fondazione MPS, seccata anche quella dalle manovre di qualcuno che forse un giorno Gabriello Mancini chiamerà per nome, avendolo già indicato come guida delle sue azioni.
Cara Gabanelli, hai il nostro plauso perché, come si sa bene, se una cosa la dice la televisione, si ritiene che sia vera.
Le prossime novità dovrebbero arrivare dal Palazzo di Giustizia, dove si deve lavorare con certosina pazienza.
Invece il politico-imprenditore milanese, anche lui cliente della banca in una serie di “liasions dangereuses” che prima o poi qualcuno dovrà ricostruire, con la sparata del ritorno in campo ha provocato un repentino innalzamento dello spread a oltre 360 punti base in apertura dei mercati vanificando mesi di lavoro e di speranze del Tandem, che vede afflosciare in un sol colpo la validità del suo postulato nel piano industriale varato da pochi mesi. Vista l’altalena del titolo Mediaset, viene da chiedersi se Berlusconi abbia riflettuto bene sui risvolti borsistici della sua candidatura e sopra le azioni che hanno spinto Monti ad andare a casa. Lo capiremo nei prossimi giorni, che ci annunciano un Natale caldo come poche volte successo.
Tutta questa confusione politica rischia di lasciare a secco il piano di intervento pubblico per la messa in sicurezza (brutta espressione: come se il Monte fosse un edificio cadente e non un insieme di persone che lavorano) chiamato Monti bond. Le speranze di Vittorio Grilli di recuperare in qualche modo alla bocciatura della Commissione del Senato ci sembrano piuttosto flebili. Grilli, al ministero del Tesoro come direttore Generale fino al 2011, come abbiamo detto più volte non ha brillato in lungimiranza e tempestività al tempo dell’acquisto Antonveneta insieme a Consob e Banca d’Italia, di cui ieri sera Report ha sottolineato l’inazione che rese mani libere a Mussari per realizzare il disastro in cui Siena si trova.
Martedì 11 è in programma una riunione della Commissione: chissà se all’ordine del giorno ci sarà il recupero degli aiuti di Stato, che da più parti sono stati criticati. In mancanza, gli strali dell’Eba torneranno in picchiata su MPS, reo di non aver ottemperato alle prescrizioni ordinategli a suo tempo. Così, Monti o non Monti, il governo sarà costretto a proclamare la nazionalizzazione della’istituto senese. Dimissioni di Profumo e Viola, con l’arrivo di un Supercommissario. Niente paura: ormai a Siena di Commissari ce ne intendiamo bene.