Comune e Provincia tacciono davanti alla tragedia
di Red
SIENA. Nella seconda metà di ottobre l’Eba ha richiesto alle banche europee, compresa MPS, di procedere a una corposa ricapitalizzazione. L’Italia non ha fatto la sua parte nella decisione dell’ente, vista la latitanza del ministro dell’Economia Tremonti, impegnato in una corsa di sopravvivenza del governo Berlusconi che ha avuto esito infelice: politici tutti a casa e governo tecnico. Però, di fronte alle contestazioni degli istituti di credito, Eba si è presa tutto il mese di novembre per deliberare a titolo definitivo. Pare che le lobby lavorino a 360 gradi, anche quelle francesi: ci vorrebbe anche l’Abi in azione, ma pare che il suo presidente pensi troppo alla prossima poltrona. Un elemento nuovo però si sta inserendo: forse non ce la faranno nemmeno le banche tedesche – Commerzbank per prima (ha bisogno di 5/6 miliardi), Deutsche Bank e via via le banche regionali – a rispettare i parametri Eba e che dalla Germania si chiede una proroga… Forse in fatto di lezioni di economia, questi istituti teutonici hanno un po’ esagerato…
E infatti come spiegare che – nonostante gli avvertimenti di Moody’s sul possibile scenario catastrofista, le smentite sul piano FMI per 600 miliardi di aiuti all’Italia – Piazza Affari ha guadagnato il 4,60%, Monte dei Paschi il 2,27% a euro 0,243; Parigi ha fatto +5,46% e Francoforte +4,60%? Delle grandi banche europee il titolo senese è quello meno performante (BNP Paribas ha fatto +10,33%, ad esempio), perché sconta le difficoltà della Fondazione, già ampiamente documentate. Nel pomeriggio il catastrofismo incontrollabile ha colpito pure l’Ocse, che sembrava una organizzazione seria, ma che sta ammettendo errori clamorosi in serie. Per dire soltanto di quelli commessi contro l’Italia, basterà citare le loro previsioni del Pil nazionale: aveva previsto che ci sarebbe stato un incremento nel 2012 di +1,6% e adesso ci dicono che invece sarà negativo -0,5%. Su quali modelli di sviluppo lavorano, se nel giro di pochissimi mesi capovolgono come se niente fosse le loro previsioni? Ma cosa ne sanno loro dell’Italia? Tutti si muovono come se l’Ocse fosse la Bibbia; anche se poi spesso la realtà li contraddice: non vorremmo che ci fosse una strategia dietro la diffusione di dati così contrastanti e confusionari. Oggi distruggono il valore dei mercati, pronti domattina a riconteggiare, grazie alle riforme che farà Monti e a cambiare nuovamente idee e previsioni. Ma le rovine delle loro previsioni sbagliate rimarranno: chi ci pagherà i danni?
Sembra che ci sia un piano per “salvare” l’euro, e gli speculatori starebbero facendo il pieno per guadagnare i tassi più convenienti. Martedì o forse meglio mercoledì valuteremo l’andamento delle borse. Il BTp-day ha avuto successo: scambi record sul mercato dei titoli di stato. Non risolve il problema la partecipazione massiccia degli investitori retail, certamente aiuta, lo spread si è posizionato a 493 punti base in serata. Il piano di salvataggio dell’Euro verrà approvato entro il 9 dicembre, e salverà anche l’Italia e di conseguenza la Germania. Speriamo sia vero, il problema è se Monte dei Paschi di Siena riuscirà ad arrivare a tale data ancora in mano alla città di Siena.
Curioso che il sindaco dalle stanze che danno su Piazza del Campo non senta il bisogno di tranquillizzare la popolazione, non chiami a raccolta i suoi nominati in Fondazione per riferire al Consiglio Comunale e discutere il da farsi. C’è una mozione di De Risi sulla Fondazione nel Consiglio comunale odierno e vedremo quali saranno le risposte. Se ci saranno. Fino ad oggi è stata assolutamente inespressa anche la voce del presidente provinciale Bezzini, che pure esprime ben cinque deputati della Fondazione: se non ci rappresenta, se non controlla, se non chiede, che ci sta a fare? Atteggiamento incomprensibile, per essere il rappresentante di una istituzione che nel solo 2010 ha ricevuto dalla sua controllata oltre 15 milioni di euro diretti, più quelli indiretti che gli hanno permesso di fare bella figura rispetto a tutte le altre province italiane che il Monte non ce l’hanno.
“Si apprezza sempre quello che si aveva nel momento in cui si è perduto”. Potrebbe essere questo il nuovo motto da apporre sopra l’arco di Porta Camollia. Pensiamoci.