"Nazionalizzare la banca e salvare i piccoli obbligazionisti"
ROMA. Stefano Fassina, Giulio Marcon (capogruppo commissione bilancio Camera) e Giovanni Paglia (capogruppo commissione finanze Camera) di Sinistra Italiana scrivono una lettera aperta a Gentiloni. Eccone il testo.
“Gentile presidente del Consiglio incaricato,
Le scriviamo nelle ore che anticipano il Suo Governo per esprimerle tutta la nostra preoccupazione in merito all’evoluzione della vicenda Montepaschi. Errori politici giganteschi compiuti negli ultimi mesi hanno infatti portato la terza banca del Paese vicina a condizioni irrimediabili e ci auguriamo che Lei sia disposto a cambiare finalmente strada, con la rapidita’ necessaria.
Serviva un intervento pubblico molto tempo fa, che avrebbe evitato il deterioramento della situazione patrimoniale, impedito che il titolo assumesse in Borsa caratteristiche di asset speculativo, mitigato la fuga di correntisti e depositanti. Non si è voluto fare quando era necessario, si dovrà fare ora che è inevitabile.
Serviva un intervento pubblico molto tempo fa, che avrebbe evitato il deterioramento della situazione patrimoniale, impedito che il titolo assumesse in Borsa caratteristiche di asset speculativo, mitigato la fuga di correntisti e depositanti. Non si è voluto fare quando era necessario, si dovrà fare ora che è inevitabile.
La strada che a noi sembra maestra è la nazionalizzazione, da conseguirsi attraverso l’acquisizione da parte dello Stato delle obbligazioni subordinate detenute da soggetti non finanziari, che può realizzarsi al prezzo di acquisto e scontando le cedole già incassate, a cui dovrebbe seguire la conversione in azioni delle obbligazioni stesse.
Sarebbe quindi utile il delisting a tempo indeterminato del titolo, la nomina immediata di nuovi amministratori, concordati con le rappresentante sindacali e dei consumatori, la messa in atto di azioni di responsabilità nei confronti dei vertici passati, l’attivazione di una Commissione di Inchiesta parlamentare sulla storia recente dell’istituto.
Tutto questo deve essere fatto in accordo con le istituzioni europee se possibile, in una aperta dialettica, in caso contrario, anche assumendo il rischio di una procedura di infrazione.
Prima ancora si deve tuttavia evitare che vertici aziendali imposti in modo opaco dalla finanza internazionale possano arrecare ulteriori danni alla Banca e soprattutto ai risparmiatori.
Noi Le scriviamo per chiederle di intervenire per impedire che si possa dare seguito alla rinnovata minaccia nei confronti dei 40.000 detentori retail di bond subordinati, a cui il cda di Montepaschi torna a chiedere la conversione volontaria in azioni, salvo lasciar intendere che in caso di mancata adesione potrebbe intervenire il burden sharing con conseguente azzeramento del capitale.
La Consob si era già espressa contro questa possibilità, con la motivazione ovvia che un risparmiatore non possa avere gli strumenti informativi adeguati a valutare il tasso di rischio di una simile operazione. Sarebbe incredibile se ora desse il via libera, in ossequio a non si sa quale principio.
Crediamo tuttavia che debba essere il governo a intervenire immediatamente per stroncare alla radice questo tentativo inutile per la solidita’ dell’istituto quanto dannoso per i risparmiatori e per la stabilità dell’intero sistema finanziario nazionale, rassicurando sulla volontà dello Stato di garantire i bond subordinati.
Di tutto abbiamo bisogno infatti, fuorché di trasmettere l’idea che a chi abbia nelle mani obbligazioni bancarie possa essere domani richiesto di trasformarle in azioni con la minaccia dell’azzeramento. La lezione delle quattro banche mandate in risoluzione dovrebbe aver insegnato qualcosa anche ai più refrattari.
Infine approfittiamo dell’occasione per chiederLe di confrontarsi al più presto con il Parlamento su una soluzione di sistema, dati gli evidenti limiti operativi degli strumenti di mercato in essere.
Certi di un suo interesse, porgiamo i nostri auguri di buon lavoro”.
Sarebbe quindi utile il delisting a tempo indeterminato del titolo, la nomina immediata di nuovi amministratori, concordati con le rappresentante sindacali e dei consumatori, la messa in atto di azioni di responsabilità nei confronti dei vertici passati, l’attivazione di una Commissione di Inchiesta parlamentare sulla storia recente dell’istituto.
Tutto questo deve essere fatto in accordo con le istituzioni europee se possibile, in una aperta dialettica, in caso contrario, anche assumendo il rischio di una procedura di infrazione.
Prima ancora si deve tuttavia evitare che vertici aziendali imposti in modo opaco dalla finanza internazionale possano arrecare ulteriori danni alla Banca e soprattutto ai risparmiatori.
Noi Le scriviamo per chiederle di intervenire per impedire che si possa dare seguito alla rinnovata minaccia nei confronti dei 40.000 detentori retail di bond subordinati, a cui il cda di Montepaschi torna a chiedere la conversione volontaria in azioni, salvo lasciar intendere che in caso di mancata adesione potrebbe intervenire il burden sharing con conseguente azzeramento del capitale.
La Consob si era già espressa contro questa possibilità, con la motivazione ovvia che un risparmiatore non possa avere gli strumenti informativi adeguati a valutare il tasso di rischio di una simile operazione. Sarebbe incredibile se ora desse il via libera, in ossequio a non si sa quale principio.
Crediamo tuttavia che debba essere il governo a intervenire immediatamente per stroncare alla radice questo tentativo inutile per la solidita’ dell’istituto quanto dannoso per i risparmiatori e per la stabilità dell’intero sistema finanziario nazionale, rassicurando sulla volontà dello Stato di garantire i bond subordinati.
Di tutto abbiamo bisogno infatti, fuorché di trasmettere l’idea che a chi abbia nelle mani obbligazioni bancarie possa essere domani richiesto di trasformarle in azioni con la minaccia dell’azzeramento. La lezione delle quattro banche mandate in risoluzione dovrebbe aver insegnato qualcosa anche ai più refrattari.
Infine approfittiamo dell’occasione per chiederLe di confrontarsi al più presto con il Parlamento su una soluzione di sistema, dati gli evidenti limiti operativi degli strumenti di mercato in essere.
Certi di un suo interesse, porgiamo i nostri auguri di buon lavoro”.