Un lungo giro per portare via dalla città la banca e i soldi

di Red
SIENA. La fondazione è una invenzione della politica di fine secolo scorso. Occorreva uno strumento agile e non sottoposto ai vincoli di trasparenza della pubblica amministrazione, specialmente quando utilizza fondi pubblici: Mani Pulite aveva lasciato il segno, e si doveva sottrarre al controllo della giustizia i movimenti economici dei partiti. L’esempio Lusi e della Margherita di questi giorni è eclatante e riguarda i rimborsi elettorali, mentre la discrezionalità degli organi delle fondazioni è molto più ampia. Inutile dire che il precursore fu Massimo D’Alema con Italianieuropei. Il leader del centrosinistra, a chi chiedeva i nomi dei suoi benefattori, rispose “dai finanziamenti si potrebbe desumere l’orientamento di chi ha elargito il contributo” e il garante della privacy approvò, per cui non si sa nulla della lobby delle fondazioni. Gli altri politici drizzarono le orecchie e da lì tutto un fiorire incalcolabile di fondazioni. Inutile dire ancora che le fondazioni esistono anche nel resto d’Europa, dove però sono controllate dalle loro Corti dei Conti, e pubblicano per trasparenza tutto quello che le riguarda.
Intorno a Siena e al Monte ruotano oggi tre fondazioni. La prima la conosciamo bene: si trova in Palazzo Sansedoni ed è oggetto, come tutti sappiamo, di mire di potere esterne nate dal fallimento della gestione degli ultimi quattro anni, tra acquisizioni e indebitamenti, per l’errore di lettura dello sviluppo dello scenario economico nazionale e mondiale, più interessati a eseguire gli ordini di “altri” a cui evidentemente di Siena e della Senesità poco importava. Per fortuna, al contrario di quelle che seguono, essendo fondazione bancaria, deve seguire leggi molto più stringenti, e un bilancio lo pubblica.
In questi giorni si è aggiunta una nuova fondazione “culturale”, chiamata Santa Maria della Scala, con la quale i fondi pubblici garantiti dal Comune potranno essere gestiti senza dover rendere conto probabilmente a nessuno, se non ai suoi stessi dirigenti. La “capitale della cultura europea del 2019” non è il fine, ma il mezzo per avere quattrini a disposizione che arriveranno indipendentemente dall’esito della candidatura.
E a sovraintendere a tutta la complessa costruzione ci sarà un’altra fondazione, stavolta “scientifica”. Si è parlato in questi mesi, tra i molti nomi circolati per il nuovo presidente di banca MPS, delle candidature di Bassanini e Amato. Cortine fumogene fatte sapientemente circolare sui canali della stampa. In realtà, il presidente di Cdp e il pensionato dal vitalizio più corposo d’Italia (o quasi) non erano in corsa, bisognava solo ricordare che qualcosa toccava pure a loro.
Il presidente della fondazione Astrid e il presidente del suo comitato scientifico hanno lanciato nell’empireo di Rocca Salimbeni la dottoressa Tania Groppi, una docente dell’Università di Siena che fa parte della loro associazione, scrive articoli su L’Unità, ha il vezzo di non far sapere la sua data di nascita. Non importa. Interessante il suo curriculum pieno di pubblicazioni (libri, riviste, partecipazioni a convegni), tra le quali non spicca nulla che abbia attinenza con l’economia bancaria. Tantissima istruzione e competenza, ma per altri aspetti della materia, per la nostra signora Groppi. Quando si parla di novità e di merito bisognerebbe prestare più attenzione alle cose che alle frasi di circostanza dei soliti noti.
Bassanini si è speso a commentare che la scelta di Profumo è la migliore possibile per MPS, segnale di condivisione delle scelte che il neopresidente “in pectore” potrebbe fare per accorpare la banca senese con altri istituti. Come BNL ad esempio.
E tiene nel direttivo della Astrid la dottoressa Luisa Torchia, nello scorso novembre candidata per un giorno alla poltrona di ministro del pubblico impiego, attualmente indagata a Siena per le vicende dell’aeroporto di Ampugnano (gira che ti rigira tutti i nomi tornano sulle spalle dei senesi). Astrid non pubblica bilanci, né fa sapere chi sono i suoi finanziatori, né quali finanziamenti pubblici le vengono assegnati, compresi quelli decisi dai suoi soci che sono ministri, funzionari dello stato, amministratori.