ROMA. Secondo Finanzareport si torn a parlare di ipotesi di fusione tra le banche. Le aggregazioni riguardano i soliti nomi Mps, Ubi, Banco Bpm e Bper, considerate banche di medie dimensioni, che attraverso “matrimoni combinati” dovrebbero ridursi a due solo istituti.
Come sempre è il Monte dei Paschi al centro dell’attenzione, anche in funzione del fatto che il governo (che detiene oltre 800 per cento delle azioni) dovrà indicare entro la fine dell’anno come intende uscire dalla proprietà della banca entro il 2021.
“E l’ipotesi di una diluizione della quota pubblica attraverso l’aggregazione di Mps con un’altra banca vine indicata come la soluzione più probabile”, scrive Finanzareport. Che riprende anche quanto scritto proprio oggi dal Sole 24 ore che “Le protagoniste di possibili aggregazioni sono appunto Ubi Banca, che ha più volte smentito (anche seccamente) di essere interessata a un merger con Mps; il Banco Bpm; e la Bper “targata” Unipol. Non ci sono dossier aperti sui tavoli dei vertici delle banche coinvolte, ma sarebbero già partiti i primi sondaggi esplorativi”.
“A giocare a favore di una possibile nuova fase di consolidamento – si legge ancora – è lo scenario macro economico incerto, oltre che le basse valutazioni di mercato delle quattro banche, che incredibilmente quotano solo 0,3-0,5 volte il patrimonio netto. Ulteriori indicazioni potrebbero arrivare dalle prossime assemblee, quando secondo le banche d’affari il management non potrà sottrarsi alle domande degli azionisti sull’argomento, soprattutto l’ad di Mps Marco Morelli”.