ROMA. Il Monte dei Paschi di Siena la più antica banca, che quota in borsa 520 milioni di euro, dopo aver pagato negli ultimi 3 anni commissioni per aumenti di capitali bruciati e prestiti ‘ingrassa banche’ per 832 milioni di euro, (compreso quello deliberato di 448 milioni a JPMorgan), in 544 anni anni di vita è riuscito a resistere a guerre, uragani, sciagure, pestilenze, invasioni barbariche, ma nulla ha potuto per difendersi da Bankitalia di Draghi & Visco ,e soprattutto da un governo irresponsabile, come quello dell’ex premier Matteo Renzi ed ex ministro dell’economia Padoan.
La gravissima crisi del MPS risale al nulla osta della Banca d’Italia del governatore Mario Draghi, quando nel marzo 2008 in piena crisi sistemica scoppiata negli Usa il 7 luglio 2007, dopo il fallimento di Bearn Sterns, a pochi mesi dal crack di Lehman Brothers (14 settembre 2008), concesse il nulla osta all’acquisto di Antonveneta ad un prezzo sconsiderato di 9 miliardi di euro, oltre 3 miliardi di euro in più dalla promessa di pagamento del Banco Santander di Emil Botin, con una lettera che invitava a perfezionare l’operazione ricorrendo al debito, agli strumenti derivati ed altre scatole cinesi, prontamente eseguito dall’allora presidente della banca e dell’ ABI Giuseppe Mussari, sempre a braccetto con Bankitalia.
Per difendersi dalle accuse, il presidente BCE Draghi si giustificò affermando che:”la situazione difficile in cui si trova la banca Mps, definito comicamente un “caso isolato”, “non è solo questione di gestione bancaria ma anche di attività criminale”, dopo che Draghi ha avuto frequentazioni così assidue con tali presunti criminali andando sempre a braccetto con l’ex presidente Mussari, eletto per acclamazione dai banchieri alla presidenza dell’Abi (quindi con il consenso del Governatore di Bankitalia Draghi) il 23 giugno 2010 e rieletto il 16 maggio 2012, la settimana successiva alla sua iscrizione nel registro degli indagati dalla Procura di Siena, in data 10 maggio 2012, quando subì la perquisizione a casa e negli uffici, per le prime indagini sul dissesto della più antica banca. Addossare la crisi di MPS, che è stata aggravata per dilettantismo, incompetenza ed un cinismo mal temperato dell’ex ministro Padoan e dell’ex premier Matteo Renzi (tutti ricordano la sostituzione lampo di Fabrizio Viola con il fiduciario di Renzi e JPMorgan rappresentato da Marco Morelli e dall’ex ministro dell’Economia Vittorio Grilli), sulle spalle di risparmiatori, utenti e lavoratori, con la Bce del presidente Mario Draghi, che continua a giocare con l’esproprio criminale del bail – in sulla pelle della famiglie, per noi di Adusbef rappresenta l’ennesimo atto di delinquenza tecnocratica, che deve essere arrestato.
Il MPS, che doveva essere nazionalizzato come Adusbef aveva già chiesto nel febbraio 2013, non può essere lasciato alla mercé degli umori dell’ex (per fortuna) presidente del Consiglio Renzi, che non ha fatto nulla per risolvere la crisi, che al contrario ha aggravato con slogan e vuota propaganda, come quello di acquistare le azioni MPS, che dopo la sua dichiarazione sono crollate del 78,1%, né quelle di un’ex ministro dell’economia, quel Padoan che dopo le soluzione offerte ai tempi del FMI e dell’Ocse lesive dei diritti dei risparmiatori della Repubblica Argentina, ha già svolto il ruolo di sicario del risparmio azzerando col decreto salva banche, sudore e sacrifici di intere generazioni, espropriando 130.000 famiglie di Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti, Cariferrara, che attendono ancora i comodi di lorsignori sugli arbitrati, dopo qualche elemosina del fondo interbancario. Governo, Unione Europea, Troika e Bce, non possono continuare ad espropriare i risparmi degli italiani.
Elio Lannutti (presidente Adusbef)