SIENA. Il Servizio Research di Banca Monte dei Paschi di Siena ha elaborato la seconda rassegna periodica sulle materie prime del 2015, facendo il punto sulla situazione dei mercato. Vari i motivi di interesse per l’andamento dei singoli comparti caratterizzati da forti differenze di andamento durante l’ultimo periodo.
Il rapporto mette in evidenza che gli indici internazionali, rappresentati dalla famiglia DJ-GSCI, hanno mostrato una direzionalità molto diversa soprattutto durante il mese di aprile. In recupero di circa il 6% i metalli non ferrosi, rappresentati dall’indice SPGCINP, soprattutto per effetto dell’aumento del prezzo dell’alluminio e del rame durante le ultime due settimane dello scorso mese. In recupero anche l’indice energetico SPGENP che in aprile ha messo a segno un rialzo di circa il 5% soprattutto per il rimbalzo del petrolio dai minimi di marzo, mentre il prezzo del gas naturale è rimasto debole. Variazioni non molto significative per i comparti delle carni (indice SPGCLVP) e dei metalli preziosi (indice SPGCSPM). I prodotti agricoli non hanno fermato il ribasso, e l’indice SPGSAG ha fatto registrare un’ulteriore variazione negativa in aprile portando al 14% il calo dalla fine del 2014.
Per quanto riguarda l’andamento delle materie prime in Italia, i trend vengono illustrati rappresentando la famiglia degli “indici proprietari” elaborati da MPS. Per quanto riguarda il comparto lattiero-caseario, l’indice MPS-PG sul Parmigiano e Grana Padano ha mostrato, durante gli ultimi mesi, una fase di prolungata stabilizzazione poco sopra i minimi dello scorso ottobre intorno a 7,3 euro/Kg, ma il trend negativo degli ultimi due anni sembra allentare la presa. I metalli non ferrosi, descritti dall’indice MPS-NFM, hanno dato prova di notevole volatilità restando deboli sino a marzo e salendo repentinamente dell’8% in aprile. L’indice si è riportato intorno a quota 3400, il livello di un anno fa, e in sole due settimane ha riassorbito le cospicue perdite dei mesi precedenti.
L’andamento dei prezzi del comparto cerealicolo in Italia, descritto dall’indice MPS-CER, è stato negativo durante l’ultimo quadrimestre con una perdita di circa il 5% dovuto principalmente al calo delle quotazioni del grano duro dopo i rialzi dello scorso anno.
Il rapporto approfondisce inoltre il mercato dello zucchero che è di grande interesse per tutti i consumatori anche nel nostro paese. Nel mondo, l’esplosione del surplus durante la passata campagna agricola aveva determinato un calo dei prezzi compreso tra il 30 e il 40% in meno di un anno ma per il resto del 2015 potrebbe avere effetto un deciso miglioramento dei fondamentali a livello globale. In Europa, il settore ha mostrato un generale declino con la produzione che è scesa del 20% in dieci anni e c’è grande preoccupazione nel settore per la paventata abolizione del sistema delle quote che dovrebbe avvenire nel 2017. In Italia la produzione è calata del 64% durante gli ultimi 10 anni e, in seguito a continue ristrutturazioni, il settore rischia la scomparsa. Sono ormai rimasti soltanto 4 impianti produttivi dei 76 che erano in funzione nel 1968. Ciò è confermato dai dati relativi alla produzione di barbabietola da zucchero che si colloca ai livelli del 1927 con 22mila quintali ricavati nella stagione nel 2013.