Il presidente interessato ad un progetto personale
SIENA. Secondo quanto riporta Alesssandro Graziani sul Sole 24Ore sono in arrivo novità al Monte dei Paschi, poiché il presidente “Alessandro Profumo ha accettato di entrare nella lista di maggioranza per la nomina del nuovo board, anche su pressioni delle Autorità di Vigilanza italiane ed europee, ma con il preaccordo di dimissioni definitive subito dopo l’aumento di capitale da 3 miliardi che Mps lancerà sul mercato tra maggio e giugno”. La scelta di attendere ildopo-aumento è dettato dalla volontà di garantire assieme all’amministratore delegato Fabrizio Viola il buon esito della ricapitalizzazione a cui i due manager stanno da tempo lavorando con il consorzio bancario internazionale guidato da Ubs. Le fonti della notizia sarebbero i consulenti del patto di sindacato (Fondazione Mps, Big Pactual e Fintech) – in vista della giornata decisiva di martedì prossimo, quando si riunirà la deputazione della Fondazione per approvare la lista di maggioranza della banca ,che sarà approvata dall’assemblea in calendario per metà aprile.
Profumo sarebbe “intenzionato a varare un nuovo progetto imprenditoriale in proprio nel settore finanziario” e aveva, in un certo senso, comunicato le sue intenzioni dicendo qualche giorno fa dicendo non avere ancora deciso se ricandidarsi per Mps.
Ora si apre la solita corsa ad indovinare il nome del successore, dato che – sembra – la scelta non è ancora stata fatta, nonostante le ricerche già effettuate. Pare che su questo non sia stato raggiunto un accordo tra la Fondazione e gli altri stakeholders interessati. “A Siena contano ancora gli enti locali che vogliono ancora avere un peso nella banca. Ma il confronto è più ampio e coinvolge anche gli investitori privati del patto e, soprattutto, Bankitalia e Banca Centrale Europea, cui spetta la vigilanza bancaria”.
“La continuità al vertice di Mps, almeno fino all’alleanza con il nuovo partner, sarà garantita dall’amministratore delegato Fabrizio Viola, che sarà riconfermato nel prossimo cda e a cui spetterà condurre i negoziati per l’aggregazione che, anche a Siena (oltre che a Francoforte), tutti ormai considerano inevitabile. A meno di sorprese, se ne parlerà dopo l’aumento di capitale del Monte. E l’unico reale candidato italiano all’alleanza con Siena resta Ubi Banca, alle prese con la trasformazione da cooperativa in società per azioni secondo i dettami della riforma delle popolari in via di approvazione al Senato. I prossimi mesi saranno dunque densi di novità per il Monte che, proprio da inizio luglio, si troverà ad avere lo Stato tra i suoi azionisti. Il pagamento della cedola dei Monti bond residui, infatti, comporterà l’ingresso del Tesoro con una quota del 4% circa”.