SIENA. In un incontro con l’amministrator delefato di banca Montepaschi, i Piccoli Azionisti hanno proposto l’attenuazione delle perdite provocate dalla “selvaggia speculazione di mercato” con il lancio di “un aumento di capitale con quota riservata allo stesso prezzo” dello Stato, e il “deconsolidamento delle sofferenze mediante l’attribuzione agli attuali azionisti della quota junior, in linea con il progetto deliberato in assemblea lo scorso novembre con il voto favorevole anche dello Stato”.
Il diritto di opzione
“Specifichiamo che a fronte di un attuale valore patrimoniale superiore ai 210 euro per azione lo Stato pagherebbe 7,5 euro per azione, senza che agli attuali azionisti venga offerto alcun diritto di opzione”, scrivono in una nota, e sottolineano che il “piano governativo” senza modifiche ha “il rischio concreto di sovra-capitalizzare” la banca “per qualche miliardo, defraudando i Piccoli Azionisti sia della loro quota di proprietà che del controvalore patrimoniale, tuttora esistente e conteggiato ai fini della Vigilanza Bancaria”.
Gli Npl
Riguardo agli Npl i Piccoli azionisti puntualizzano: “a questi livelli di accantonamento prudenziale, la gestione diretta delle sofferenze potrebbe rappresentare una redditizia area di business e di mantenimento dei livelli occupazionali, in alternativa alla loro svendita e ad ennesimi progetti di sacrifici per i dipendenti”.