E rievoca i bei tempi Pci-Psi-Dc; Con la banca che "faceva profitti"
SIENA. Adesso tutti scendono in campo per dire la loro sulla situazione della banca Monte dei Paschi di Siena. E’ la volta di Vittorio Mazzoni della Stella, negli anni ’80 sindaco della città, in seguito solito cursus honorum: vice e presidente della Banca Monte dei Paschi fino al 1997; socialista da sempre. Sbotta: “Tecnicamente è stato un saccheggio. Per incompetenza, superficialità e ideologia”. Ieri Mazzoni Della Stella, al telefono con l’ANSA, non ha nascosto la sua “profonda amarezza” per le sorti dell’istituto di credito. I suoi tempi, ormai lontani anni luce, erano quelli della prima Repubblica, quando Pci, Psi e Dc si spartivano di comune accordo, e “alla luce del sole”, gli incarichi in comune, provincia e alla banca che “faceva profitti”. “Mps non si vuota solo con Antonveneta, c’é stata una sequela di errori precedenti dalla Banca del Salento in poi per proseguire con la scalata Unipol-Finsoe”, dice ora Mazzoni Della Stella, convinto che la banca “avrebbe potuto assorbire bene anche Antonveneta, se solo non fosse stata precedentemente svuotata”. Infatti sottolinea: “La Banca del Salento, quando fu acquisita, aveva un patrimonio netto da 440 miliardi di lire e fu pagata oltre sei volte il suo valore. Meglio Antonveneta a 9 milioni di euro che il Salento a 2,5 milioni di euro … i soldi bruciati, una massa sicuramente enorme, avrebbero naturalmente dato i loro frutti. Consideriamo anche questo, ed ecco – è il suo ragionamento – che i 14 miliardi di Beppe Grillo sono un’approssimazione per difetto”. Per quanto riguarda invece il filone d’inchiesta sui derivati dice: “E’ come deplorare l’uso del machete per la strage degli Utu in Africa”. Ha anche una sua idea sul motivo dell’attuale accelerazione dell’indagine: “Era passato troppo tempo da quando, nel 2010, gli ispettori di Banca Italia avevano accertato i prodotti tossici e la tenuta irregolare dei libri. Ed anche la trasmissione da parte degli attuali vertici, lo scorso ottobre, di una scottante documentazione a procura, Banca di Italia e Consob non aveva avuto miglior fortuna”. Quanto alle responsabilità, Vittorio Mazzoni della Stella usa il metro dell’iper-garantismo: “Aspettiamo i tre gradi di giudizio”. Insiste soprattutto sulle responsabilità della politica: “I vertici da Mussari a Vigni a Mancini sono tutte persone che hanno scelto loro, i politici”. Il pensiero dell’ex sindaco socialista si rivolge alla piaga dei derivati: “I derivati? E’ come se uno facesse una strage e, dopo averla fatta, tirasse un calcio ad un cane”, dice Mazzoni della Stella a ‘Pensalibero’ secondo il quale “ci sono due filoni di comportamenti da tenere distinti. Su quello degli illeciti penali, sono da sempre e come sempre garantista. Se la vedranno i magistrati e le varie parti in causa, danneggiati e danneggiatori. Posso dire che una volta tanto il mio garantismo trova conforto nel fatto che anche la magistratura senese è garantista ed estremamente cauta”. Infine la stoccata finale: “Una manina fatata ha passato il materiale al Fatto Quotidiano. Era passato troppo tempo da quando, nel 2010, gli ispettori di Banca Italia avevano accertato i prodotti tossici e la tenuta irregolare dei libri. Ed anche la trasmissione da parte degli attuali vertici, lo scorso ottobre, di una scottante documentazione a procura, Banca di Italia e Consob non aveva avuto miglior fortuna”.