Secondo alcune fonti si andrà al 2016
SIENA. La banca Monte dei Paschi, nonostante le ricerche affidate ad Ubi e Citigroup, non ha ancora trovato il partner richiesto dalla Bce. E non ha il cosiddetto piano B. Lo riferisce l’agenzia Reuters che riporta le parole di una fonte qualificata che segue il dossier. “Non c’è alcun piano B per stare stand-alone. C’è il piano industriale che è stand-alone e c’è l’impegno della banca a trovare un’aggregazione. Ma per fare aggregazioni occorre essere in due e al momento non ci sono interessati. Chi compra vuole capire se Mps ha capitale sufficiente anche con lo Srep 2016 ma pure se lui stesso ha capitale sufficiente. Il tema del capitale, legato allo Srep, non si chiarirà prima di novembre e rende molto complicato ragionare sull’aggregazione”.
Quel che è certo che in ogni caso l’aggregazione non sarà condotta in tempi brevi e si andrà al 2016 e del resto la banca europea non ha fissato un termine per l’operazione.
La banca, dopo 14,6 miliardi di perdite tra il 2011 e il 2014, è tornata in utile negli ultimi due trimestri e ha sorpreso in positivo il mercato con un capitale core a fine giugno dell’11,3%. “Mi aspetto che per Mps ci sia un fine tuning che non porterà a nuove richieste di capitale, ma soprattutto che non sia Siena la banca sotto i riflettori in questo giro”, riferisce Reuters, citando la stessa fonte.
“Non si tratta di fare strategia stand-alone ma solamente di avere il tempo per fare la cosa migliore e credo che anche la Bce lo abbia capito”, ha detto una seconda fonte.
“Non mi aspetto che la Bce battezzi Siena come banca che può andare stand-alone per i prossimi cento anni, ma se a ottobre non c’è l’aggregazione, secondo me non farà assolutamente niente – dice la prima fonte -. Faccio fatica a immaginare che possa fare un’azione amministrativa, ma moral suasion continuerà a farla, dirà di tenere il dossier M&A sul tavolo, cosa che sta già succedendo”.