R tutto ciò alza il prezzo da pagare per la banca e la città
di Red – foto di Corrado De Serio
SIENA. Con il pensiero già rivolto al prossimo governo, quello in scadenza deve pensare all’ultimo atto che gli compete, ovvero l’approvazione della legge di stabilità. E la rincorsa di tutti i partiti a sistemare le ultime pendenze, i favori per le elezioni imminenti e scontare cambiali elettorali, non va perduta. In questa cornice ci stanno tante cose, come la Tobin tax sulle transazioni finanziarie. A noi interessa la famosa legge “salva MPS”. Dopo la bocciatura in commissione bilancio del Senato, era stato facile prevedere che sarebbe stata riproposta tra gli emendamenti alla legge di stabilità. Anzi, si sarebbe insinuato che appunto la modifica dell’atteggiamento del PD proprio sulla Tobin tax (il Partito Democratico era favorevole a tassare le transazioni sui derivati, per poi fare repentinamente marcia indietro), sia stata la chiave di volta per avere il placet del Pdl. Giovedì 13 invece ancora la Commissione Bilancio del Senato ha preso una diversa decisione, con un altro emendamento. Slitta così dal 31 dicembre 2012 al primo marzo 2013 il termine entro il quale Monte dei Paschi di Siena potrà emettere i Monti bond, le obbligazioni da vendere al Tesoro per ricapitalizzare con fondi pubblici senza nazionalizzare. Non più il 31 gennaio, dunque, sperando che la partita contabile possa essere imputata all’anno precedente, senza dover fare un’altra legge e tranquillizzare l’Eba, che la prescrizione l’aveva voluta sì, ma al 30 giugno scorso.
La novità più importante consiste nella variazione delle modalità di pagamento della cedola. Si legge infatti che per i soli esercizi 2012 e 2013, nei limiti delle normative UE sul divieto degli aiuti di stato, MPS potrà corrispondere la cedola al Tesoro per la parte eccedente il risultato di esercizio con l’emissione di nuovi Monti-bond, fermo restando che la disciplina generale imponga che in assenza di utili, la banca potrà emettere azioni ordinarie al prezzo di mercato in favore del Tesoro. Possiamo dare per certo che Rocca Salimbeni non produrrà utili per l’anno corrente – nella semestrale eravamo in negativo per 1,617 miliardi di euro. Perciò al 31/12/2012 la banca non dovrà corrispondere i 170 milioni di euro generati dai Tremonti bond, come lo scorso anno: un altro aiutino niente male per il Tandem. Anche la Fondazione può archiviare fin da ora lo zero nei ricavi da partecipazioni: è un’altra storia, ma che interessa Siena lo stesso. Entro l’1 marzo 2013 si sottoscriveranno le nuove obbligazioni per 3,9 miliardi di cui 1,9 andranno a rimborsare i Tremonti bond. E nel 2014, se non ci saranno utili, si potranno pagare gli interessi con l’emissione di altri monti bond. Una enorme massa di denaro per salvare il posto di lavoro a una serie di amministratori e manager che non hanno saputo far bene il loro lavoro, come i risultati scarsi ampiamente dimostrano. L’ultima perla è del presidente Profumo che ha evidenziato come al netto delle operazioni straordinarie l’istituto di credito senese abbia prodotto appena 50 milioni di utili in cinque anni. Se n’erano accorti tutti, mercati compresi, che infatti da cinque anni distribuiscono purghe e declassamenti al titolo MPS fino ai valori di venerdì 14 dicembre: 0,2037 euro (qualche mese fa andò anche peggio).
Intanto alla banca sarà consentito di restare in regola con i criteri Eba, che impongono un Core Tier1 minimo del 9% (oggi, compresi Tremonti bond siamo al 10,8%). In questo contesto arriva, poi, un’altra novità voluta dal governo. L’esecutivo, con l’ennesimo emendamento, ha chiesto venerdì che la banca convochi l’Assemblea dei soci (entro gennaio, probabilmente) per effettuare una nuova delibera ad hoc prima di sottoscrivere i Monti Bond. Magari con una delega quinquennale al CdA per l’ipotetico aumento di capitale. Delega che, ovviamente, andrebbe ad aggiungersi a quella da 1 miliardo già concessa al consiglio presieduto da Profumo. Aumento quest’ultimo che gli analisti riterrebbero certo e che si dovrebbe attuare nel 2014. Rimane un mistero in favore di chi e perché proprio nel 2014, ma sono tutti segnali che indicano dove il Tandem vuole portare l’istituto.. Intanto, lunedì e di gran corsa prima delle feste natalizie, riparte la difficile trattativa con i sindacati sul tema delle esternalizzazioni, secondo l’ultima proposta della Direzione Generale. I comunicati e le prese di posizione dimostrano come i sindacati siano divisi; ma lunedì il tavolo rimane unitario: dovrebbero partecipare anche Fisac e Unisin, nonostante abbiano bocciato nettamente la proposta che prevede l’uscita di oltre 1.100 dipendenti dal perimetro del gruppo. O forse no.
