La segreteria Fisac Cgil meneghina diffonde un volantino
MILANO. MOBILITIAMOCI!
PER NON SUBIRE PASSIVAMENTE UNA ESTERNALIZZAZIONE
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ILLEGITTIMA CONTRATTUALMENTE
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INUTILE ECONOMICAMENTE
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PERICOLOSA DAL PUNTO DI VISTA OCCUPAZIONALE
Le proposte della Fisac/Cgil ALTERNATIVE all’esternalizzazione sono concrete, praticabili, valide e decisamente meno traumatiche per i lavoratori.
Vogliamo un tavolo di trattativa prima che siano fatte scelte irrevocabili rispetto alle offerte di Accenture e Bassilichi.
Sono accadute troppe cose, anche incoerenti con le previsioni del Piano Industriale, perché si possa procedere senza freni secondo quanto previsto dall’accordo, NON FIRMATO da noi e da altre 3 sigle sindacali, del 19 dicembre 2012.
Aldilà dei gravi accadimenti giudiziari e delle conseguenze sulla tenuta della clientela e aldilà delle considerazioni formulate dall’Unione Europea sulla revisione (misteriosa) del Piano Industriale e sulle possibili ulteriori modifiche (peggiorative per noi), ci limitiamo a qualche ragionamento che è utile avere sempre ben presente.
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sono usciti dal Gruppo per pensionamenti e Fondo Esuberi oltre 1000 lavoratori in più rispetto alle previsioni aziendali. A questo si aggiungano le dimissioni volontarie di cui non conosciamo il numero. E ancora le decine (80?) di dirigenti licenziati oltre i 100 previsti. L’utilizzo del Fondo esuberi anche per gli anni 2014 e 2015 consentirebbe l’uscita non traumatica di centinaia di lavoratori, con risparmi equivalenti, anzi maggiori, di quelli rivenienti dalla cacciata dei 1100 esternalizzati;
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esiste la possibilità concreta richiamata anche da UE, da Bankit – ma soprattutto (e non da ora) rivendicata dalla Fisac – di intervenire con consistenti tagli sulle retribuzioni e sui benefit del top management. Nessuno, tranne i diretti interessati, comprende perché in una situazione di crisi come la nostra, non si possa o meglio non si debba intervenire in tal senso risparmiando milioni di euro. A questo danno si aggiunge la beffa, in barba alle competenze che certamente sussistono all’interno della Banca, di continuare ad assumere professionalità esterne con costi elevatissimi;
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vanno ripensate urgentemente le politiche relative ai ricavi (limitarsi a tagliare sui costi, in particolare sui costi del personale,è troppo facile). Senza demagogie, bisogna tornare a “fare banca”, ad “erogare il credito”, a “stare sul territorio”, tutte caratteristiche di cui MPS poteva andare fiero sino a pochissimi anni fa. Una banca al servizio del Paese ed a sostegno della crescita dell’economia reale non la vuole più nessuno? Che senso e che prospettiva può avere la trasformazione dei nostri sportelli – già numericamente ridotti – in tante agenzie assicurative depauperate di organici e competenze? Non è sul versante delle strategie, della capacità di produrre buona finanza, che si può e si deve misurare la qualità del nuovo management e la sua capacità di portarci finalmente fuori dalle secche attuali?
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esiste una platea di lavoratori che sta facendo ben oltre il proprio dovere per salvare, difendere, salvaguardare la propria banca. Lavoratori che non si meritano di subire ulteriori mortificazioni normative, economiche e, ancor meno, occupazionali. La via delle esternalizzazioni, che oggi vedrebbe coinvolte 1100 persone ma che prefigurano ulteriori allargamenti di perimetro (come altre realtà ci insegnano, Unicredit in testa), può essere ancora evitata. Chi pensa di salvarsi (ma non sarà cosi e gli effetti sono già misurabili, in termini di peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro) grazie al sacrificio di pochi, in realtà sta già cedendo ad un ricatto.
Questo – e tutto quanto abbiamo denunciato nei volantini di questi mesi – va strettamente collegato al pessimo clima lavorativo attuale, condizionato da carenze di organico e pessima gestione delle risorse, inviti espliciti a non coinvolgere le organizzazioni sindacali (salvo poi dimostrarsi non in grado di risolvere efficacemente i tanti problemi in agenda), disfunzioni procedurali ed operative, modifiche all’organizzazione del lavoro poco comprensibili e poco funzionali (una su tutte il dimezzamento del Nucleo), pressioni commerciali improprie, messaggi irresponsabilmente ricattatori e minacciosi.
Ci sembrano motivazioni sufficienti per chiedere una REAZIONE FORTE in continuità con le iniziative sino ad oggi intraprese e che coinvolga direttamente ed attivamente tutti i lavoratori della Banca.
Pensiamo che tutte le strutture sindacali territoriali che vivono la nostra stessa condizione possano condividere con noi la necessità di individuare modalità, luoghi, forme e tempi stretti per una MOBILITAZIONE DI TUTTI I LAVORATORI che riaffermi le nostre legittime ed inderogabili ragioni.
LA SEGRETERIAFisac Cgil sezione aziendale sindacale Mps Milano